I domini .xxx diventeranno presto realtà, ma non senza problemi. Ad ostacolare la nascita di questa nuova estensione dedicata esclusivamente al mondo pornografico sono proprio quelli che di tale settore sono gli interpreti principali, secondo cui l’utilizzo di tale tipologia di domini sarebbe poco vantaggioso, se non del tutto inutile.
Riuniti sotto il nome di Free Speech Coalition, diversi pezzi grossi dell’industria pornografica si sono riuniti a San Francisco per organizzare un meeting di protesta ed una conferenza stampa in cui hanno esposto le proprie motivazioni e la propria posizione nei confronti dell’estensione .xxx. Principale motivo della protesta è l’inutile esborso di denaro che le aziende dovranno sostenere per attivare i domini, il cui costo si aggira tra i 60 ed i 70 dollari l’uno: molti gruppi posseggono decine di domini con altra estensione ed i nuovi domini .xxx sarebbero esclusivamente un redirect verso le pagine effettive già presenti sul web.
Diane Duke, direttore esecutivo della FSC, ha dichiarato a gran voce che «l’industria del porno non appoggia l’idea» che andrebbe a creare un netto confine con quella porzione della Rete destinata esclusivamente ad un pubblico adulto. L’industria del porno si sente dunque confinata entro limiti troppo stretti, limiti che permetterebbero inoltre di semplificare notevolmente la censura verso i siti a sfondo pornografico: la migrazione di tutti questi verso i nuovi domini renderebbe possibile filtrarli in maniera chiaramente più semplice, con evidenti perdite in termini di accessi e dunque con evidente aggravio economico per le società produttrici e distributrici.
Fiona Patten, presidente esecutivo di Eros Association, evidenzia poi come l’industria pornografica sia «attenta ai problemi legati ai più piccoli, ma ritiene che l’adozione di un apposito dominio non sia la soluzione migliore». Il mondo della pornografia si schiera così contro la decisione presa dall’ICANN di creare un’apposita estensione per i nomi a dominio legati al mondo della pornografia, al fine di migliorare quello che è il filtraggio dei contenuti proibiti ai più piccoli e permettendo inoltre a tutti di riconoscere a priori tale tipologia di siti Web. Ma la creazione di un ghetto del porno potrebbe avere anche ripercussioni su un certo mercato, tirando in ballo problematiche economiche e sociali di non poco conto.
Un dominio dedicato potrebbe non essere la soluzione a tutti i mali, mentre per l’industria del porno il .xxx è anzitutto un pericolo senza precedenti contro cui fare fronte comune. Ma la via segnata dall’ICANN sembra ormai tracciata, peraltro sotto la silente approvazione del governo USA che nei .xxx potrebbe proiettare la mano tesa ad un certo elettorato a cui Barack Obama deve attenzione particolare.