LinkedIn, class action per il furto di password

Una donna dell'Illinois ha intentato una class action contro LinkedIn, per il furto di password avvenuto di recente.
LinkedIn, class action per il furto di password
Una donna dell'Illinois ha intentato una class action contro LinkedIn, per il furto di password avvenuto di recente.

A causa del furto di password avvenuto su LinkedIn circa due settimane fa, è stata avviata una causa legale contro l’azienda da parte di una donna dell’Illinois, che ha depositato istanza di class action alla corte del Northern District della California. Secondo la querelante, la violazione delle politiche sulla privacy e degli accordi sottoscritti con gli utenti avrebbe facilitato il furto delle credenziali da parte dell’hacker russo.

Quanto avvenuto ha interessato circa 6,5 milioni di utenti iscritti al social network per professionisti, e sarebbero varie le motivazioni che hanno spinto Katie Szpyrka, la donna dell’Illinois, a depositare in tribunale i documenti contro LinkedIn: a suo parere, infatti, l’azienda avrebbe deciso di rendere nota la notizia del furto di password solamente dopo che la stampa online aveva reso noto quanto accaduto, inoltre LinkedIn non è, a suo parere, «riuscita a tutelare adeguatamente le informazioni personali dei propri utenti, inclusi indirizzi e-mail, password e credenziali di accesso».

Alla class action potranno partecipare i singoli individui e anche le aziende statunitensi che, fino al 6 giugno, giorno dell’attacco, avevano un account attivo su LinkedIn. La causa è stata depositata dopo meno di due settimane dall’azione intrapresa dal pirata informatico russo, che aveva diffuso le password su un forum del suo paese.

LinkedIn ha subito commentato la notizia spiegando che nessun account è stato violato in seguito al furto di password, nemmeno dopo gli episodi di phishing registrati, e l’azienda crede che nessun utente abbia alcun motivo per intentare una causa legale contro di essa. Secondo infatti il portavoce della società, Erin O’Harra, la causa non ha motivo di esistere ed è stata intentata «da parte di avvocati che cercano di approfittare della situazione».

Quanto avvenuto potrebbe però costare caro a LinkedIn, precisamente cinque milioni di dollari: a tanto ammonta la richiesta di risarcimento avanzata da Katie Szpyrka.

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