Nei giorni scorsi un alto numero di password relative ad account LinkedIn è stato pubblicato online su di un forum russo aprendo per il social network professionale una possibile falla nella sicurezza dei sistemi in uso. Il timore era quello per cui malintenzionati fossero in grado di far propri i dati relativi agli utenti, con gravi ripercussioni tanto in termini di privacy, quanto di credibilità dell’azienda. A distanza di pochi giorni, però, il caso sembra chiudersi con un lieto fine.
Il gruppo non aveva dapprima offerto troppe spiegazioni sull’accaduto, preferendo l’approfondimento analitico alle prese di posizione abbozzate. LinkedIn ha così preso immediatamente atto della situazione, ha annunciato immediata reazione ed ora è in grado di asserire che le conseguenze dell’accaduto sono pari a zero. Nessun account, infatti, è stato violato e tutti gli utenti sono stati adeguatamente garantiti al cospetto dell’offensiva esterna.
LinkedIn non ha spiegato nel dettaglio la causa della fuga dei dati, ma ha parlato di materiale “rubato” lasciando intendere quantomeno la dolosità dell’operazione. Tutti gli account in pericolo sarebbero stati messi in sicurezza tramite apposito avviso via mail che ha imposto la riattivazione dell’account (gli indirizzi non sono stati trafugati, rendendo così incompleta ed innocua la violazione).
Gli utenti possono ottenere nuovamente il proprio account e LinkedIn può vantare una nuova esperienza senza doverne pagare le conseguenze. Tutto è bene quel che finisce bene e quel che insegna qualcosa: a LinkedIn a garantire meglio i propri database, agli utenti a comporre con maggior consapevolezza le proprie password.