LinkedIn non è solo un social network dedicato alla ricerca del lavoro, almeno non secondo la recente inchiesta del New York Times. A quanto pare è anche una piattaforma in mano alle potenze straniere per reclutare spie. Una pratica in corso in realtà da diversi anni, con funzionari occidentali di controspionaggio di diverse nazioni che hanno proprio avvisato del pericolo di agenti stranieri che utilizzano il social network per scopi di reclutamento. I funzionari che hanno parlato con il Times hanno descritto le spie cinesi come “le più attive” su LinkedIn.
William R. Evanina, direttore del National Counterintelligence and Security Center, un’agenzia governativa che avverte le compagnie di possibili tentativi di infiltrazione, ha detto che gli agenti cinesi stavano usando LinkedIn “su vasta scala“, contattando “migliaia di persone alla volta“. Ha aggiunto che questo modalità di contatto di obiettivi multipli è più efficiente.
Bisogna ricordare che LinkedIn è l’unico grande social media americano a non essere bloccato in Cina, perché Microsoft ha acconsentito alla censura nella versione cinese ai post contenenti “materiale delicato” (cioè che non incontra i favori del Partito). Attraverso il sito le persone vengono invitate in Cina con il pretesto di un viaggio d’affari da profili fake creati appositamente. Da questo punto in poi, gli agenti sviluppano una relazione e gli obiettivi possono essere anche l’acquisizione di informazioni sensibili, segreti industriali e proprietà intellettuali.
Viene ad esempio citato il caso dell’ex dipendente della CIA Kevin Patrick Mallory, che è stato condannato a 20 anni di prigione all’inizio di quest’anno dopo essere stato dichiarato colpevole di aver cospirato per aver trasmesso informazioni sulla difesa nazionale a un ufficiale dell’intelligence cinese. L’FBI ha detto che l’agente ha contattato Mallory per la prima volta tramite LinkedIn, presentandosi come rappresentante di un think tank prima di sviluppare la relazione.
LinkedIn ha dichiarato che impiega una squadra per rimuovere account falsi quando vengono scovati, aggiungendo che l’attività fraudolenta o la creazione di un account fasullo con l’obiettivo di fuorviare gli utenti “è una violazione dei nostri termini di servizio“. Il Ministero degli Esteri cinese ha invece rifiutato di commentare.