Linus Torvalds, il celebre creatore del sistema Linux, si candiderà alle prossime elezioni governative della California. Bandiera vivente dell’etica Open Source, Torvalds ha annunciato la sua candidatura tramite la Linux Kernel Mailing List (lkml). Così, più o meno, il sito Newsforge. La notizia si diffonde per la rete, alcuni siti la pubblicano e molti ci ridono su. Non è una notizia ma un hoax, una balla, uno scherzetto.
Eppure la notizia di Newsforge era confezionata per benino: il termine per la presentazione delle candidature è già terminato e Torvalds non risulta nell’elenco dei potenziali governatori. In California, però, vigerebbe la regola del “write-in ballots”, secondo cui è possibile scrivere sulla scheda il nome di un candidato esterno. Torvalds conterebbe sull’appoggio della comunità Open Source e su finanziamenti pari a circa 3 milioni di dollari provenienti dalle maggiori case di produzione di Linux (probabile la presenza dello zampino della IBM).
L’articolo continua con le parole messe in bocca a Linus e da lui mai pronunciate: «La California sarà una società aperta e un meraviglioso luogo dove vivere grazie al mio governo […] ogni cittadino della California avrà un governo accessibile. Lavoreremo insieme per sviluppare e mantenere un governo capace di stare al passo coi tempi e che ha sempre voglia di sperimentare cose nuove». Ecco che non si propone solo una semplice candidatura, ma una vera e propria involuzione dei paradigmi della politica tradizionale: ogni cittadino potrà apportare la sua collaborazione ed ogni proposta sarà valutata nel merito.
Arrivano, sempre false, anche le parore dell’attuale governatore della California Gray Davis che, sembra, non abbia alcun timore e considera nulla la candidatura del nuovo rivale. Politicamente la proposta di Torvalds è innovativa quanto anacronistica, una promessa di “potere dal basso” che dalla nascita dei sistemi democratici non ha mai ottenuto consensi rilevanti.