Immaginate che ogni singola persona sulla Terra, compresi anziani e neonati, inviino tweet ininterrottamente per 100 anni: avrete così un’idea di cos’è uno zettabyte, la nuova unità di misura corrispondente a mille miliardi di gigabyte.
Questa è una mole di dati che nascerà e morirà nel 2010, per la prima volta nella storia raggiungendo la cifra di 1,2 zettabyte.
Questo è quanto affermato da una ricerca della società IDC commissionata da EMC, che sul suo sito fornisce un contatore che in tempo reale comunica i dati prodotti dal 1 gennaio di quest’anno.
Le previsioni indicano che nei prossimi dieci anni la mole di dati sarà addirittura 50 volte superiore all’attuale: logico, in conseguenza al passaggio al digitale di informazioni che ora sono ancora nel modo analogico come TV, radio e voce.
Altro fattore che determinerà questo aumento sarà il cloud computing: da qui al 2020, infatti, più di un terzo dei documenti transiterà nella “nuvola” di risorse online.
Un dato però fa riflettere: l’overload di informazioni. Già ora la quantità di dati prodotti è superiore del 35% alla capacità di archiviazione, e si calcola che nei prossimi dieci anni questa cifra raggiungerà il 60%.