Correva l’anno 1987 quando la filiale U.S. Gold di Access Software si occupò della pubblicazione europea di Echelon, un nuovo videogioco di simulazione spaziale in 3D.
Ma ciò che colpì fin da subito, non fu la fluidità o l’interazione di gioco, né la compatibilità con tutti i più noti PC dell’epoca, come Amiga, Atari e Commodore C64. Il “pacchetto completo”, infatti, includeva uno strambo strumento, chiamato Lip Stik.
Si trattava di una periferica di gioco, caratterizzata da un piccolo microfono assemblato ad una finta cuffia audio.
Sarebbe stato sufficiente, quindi, collegare Lip Stik ad una qualsiasi porta joystick a 9 poli, indossare l’apparecchio e attivare il relativo “pulsante fuoco” tramite un semplice comando vocale.
Tuttavia, l’idea si rivelò ben presto un totale fallimento. Prima di tutto, il microfono di cui era dotato Lip Stik, si dimostrò ultrasensibile e, di conseguenza, i comandi potevano essere attivati involontariamente, ogni qualvolta venisse captato qualsiasi rumore esterno.
Inoltre, la stessa cuffia, di nessuna utilità nel gioco e adibita unicamente al ruolo di supporto del microfono, non era regolabile e non furono in pochi a lamentarne le dimensioni ridotte e l’estrema scomodità nell’indossarla.