L’iPhone è definitivamente aperto. Nonostante fosse stato già stato rilasciato un SDK per costruire applicazioni per il telefono Apple ora, come promesso, ne viene rilasciato uno ancora più completo che la compagnia sostiene essere il medesimo usato da loro per sviluppare i software per il telefono. Una versione beta del nuovo SDK è già online, quella completa è però prevista per Giugno.
L’obiettivo dichiarato è entrare nel mondo corporate, a tale scopo infatti è mirata anche la nuova compatibilità con Microsoft Exchange (in virtù della licenza ActiveSync acquistata da Apple), per consentire a tutti di sincronizzare mail, contatti e calendario con il proprio iPhone. È insomma il BlackBerry il bersaglio della mossa annunciata da Apple, cioè lo smartphone dominante nel settore business. Ma non bisogna trascurare anche come aprire totalmente il proprio telefono possa funzionare in ottica consumer.
A dimostrazione di quanto da Cupertino prendano sul serio l’annuncio portato avanti, è partita anche la collaborazione con Kleiner Perkins Caufield & Byers, una compagnia di venture capital, che mette a disposizione un fondo (subito ribattezzato iFund) di 100 milioni di dollari al fine di coprire tutte le spese che si renderanno necessarie per dare agli sviluppatori privati i medesimi mezzi ora in possesso dei programmatori Apple. «Una cifra buona per far partire 12 Amazon o 4 Google» ha commentato uno dei vp, John Doerr.
L’ambiente di sviluppo è il medesimo di Mac Os X, cioè Xcode, e la sicurezza sarà garantita dai sistemi di criptaggio WPA2 delle reti WiFi. Le API ora a disposizione appartengono al layer Cocoa Touch di Xcode e possono sfruttare le funzionalità CoreAudio, CoreAnimation e OpenGL. Molte software house si sono dette liete come EA, che già intende portare una versione del suo gioco Spore sull’iPhone. Eppure particolare attenzione sembra sarà dedicata (almeno dai venture capitalist) alle applicazioni riguardanti l’ambito della salute.
Il software sviluppato da terzi sarà poi messo in vendita (per chi lo vorrà) attraverso l’iTunes App Store e, a fronte di un pagamento iniziale di 100 dollari per registrarsi, i programmatori potranno fissare il prezzo che credono e spartire il ricavato con Cupertino, 70% a loro e 30% all’azienda.
Ci si chiede (e lo si è chiesto anche a Steve Ballmer) se Silverlight sarà distribuito su iPhone. Il nuovo numero uno Microsoft ha risposto che ancora non è chiaro se Apple consentirà una distribuzione libera dalle royalty, ma dovrebbe esserlo poichè sono consentite applicazioni freeware.