Nessun iPhone mini è in lavorazione. La conferma giunge al New York Times da persone vicine ad Apple che, pur rimanendo anonime, possono affermare con certezza che ad oggi non v’è alcun programma relativo ad una nuova versione dell’iPhone in un nuovo formato. Ciò nulla toglie, però, all’idea di una versione differente dello smartphone, pur senza intaccare il design e le dimensioni complessive del device.
Secondo quanto appreso dal NYT, infatti, costruire un telefono di minori dimensioni non offrirebbe ad Apple particolare vantaggio in termini di risparmio sulle componenti e, al contrario, costituirebbe passaggio problematico poiché costringerebbe gli sviluppatori a rivedere quanto prodotto fino ad oggi per l’App Store. Apple, inoltre, non intende differenziare troppo i modelli con cui affronta il mercato poiché intende distinguersi dalla frammentazione dell’esercito Android.
Rimane, tuttavia, una necessità: riuscire a costruire un modello di iPhone più “alla portata”, con caratteristiche di minor caratura e con prezzi più accessibili. Di qui, una conferma: Apple sta probabilmente sviluppando un nuovo iPhone che sappia sposare queste caratteristiche, riuscendo così ad occupare una fascia di mercato nuova. In soccorso potrebbe giungere l’ipotesi di un MobileMe gratuito (altro rumor degli ultimi giorni) che consentirà di risparmiare sullo storage interno consentendo l’archiviazione remota dei file. Fotografie, musica e documenti sarebbero in tale prospettiva raggiungibili da remoto, scaricandoli in presa diretta per essere visualizzati alla bisogna.
L’idea di un dispositivo denominato “N97” è respinta: era questa la sigla del device già sul mercato con Verizon. Respinta l’idea di un iPhone rimpicciolito: non fa parte dei progetti del gruppo. Entro l’estate, tuttavia, il gruppo si appresta a rilasciare un dispositivo che sappia differenziare l’offerta pur non differenziando l’idea che gli utenti hanno dell’iPhone. Si tratterà in tal caso di un iPhone fatto di compromessi, ma in grado comunque di moltiplicare la base utenti del device. Il che avrebbe due immediate conseguenze: in primis un aumento dell’esposizione sul mercato, facendo così a spallate con Android anche in fasce oggi non occupate da Cupertino; inoltre moltiplicando le opportunità per gli sviluppatori attivi su App Store, i veri beneficiari di un aumento corposo della base d’utenti raggiungibile. Entrambe le prospettive sono di grande appetibilità ed è questo il motivo che potrebbe spingere Apple ad osare tale strategia: un passo indietro potrebbe significare due passi avanti.