Europa contro Echelon: è il caso di dire, tanto rumore per nulla. L’Unione sembra del tutto intenzionata a non intraprendere nessuna misura decisiva contro l’orecchio elettronico anglofono sulle Tlc, pur di non scoperchiare una situazione di spionaggio endemica che coinvolge (a vari livelli ed in diversa misura) i Paesi europei.
Dopo un anno dalla sua istituzione la Commissione Temporanea su Echelon conferma l’esistenza di un sistema di spionaggio facente a capo i servizi di inteligence americani (NSA), operante anche in Europa ma adotta una proposta di risoluzione che blocca ogni possibile misura da parte dell’Unione europea. «Echelon non costituisce una violazione del diritto dell’Unione ma coinvolge solo questioni commerciali», conclude il rapporto finale della Commissione, che con queste parole allunga l’ombra della dimenticanza sulla questione della privacy dei cittadini per porre l’accento solo sugli aspetti industriali dello spionaggio delle comunicazioni.
Europa «ipocrita», bacchetta Alain Krivine, il rappresentante francese, che non condivide le conclusioni accomodanti della Commissione Temporanea di cui fa parte. «Tutti i paesi sono implicati nello spionaggio industriale e politico. Non è che una questione di potenza e gli Stati Uniti sono i più potenti», ha infine concluso.
Ad un mese della presentazione del rapporto Schmid, con cui si annunciava ufficialmente al mondo l’esistenza di una rete di spionaggio sulle comunicazioni europee (e non solo), tutto quello che l’Unione riesce a dire dopo un anno d’inchiesta è che contro Echelon non può fare nulla. Martedì 3 luglio è arrivata la contraddittoria conclusione sotto forma di proposta di risoluzione che chiude il rapporto Schmid.
Così il prossimo 5 settembre la proposta di risoluzione che il Parlamento europeo si troverà ad esaminare sullo spionaggio delle Tlc è il blando e remissivo documento approvato il 3 luglio dalla Commissione temporanea per Echelon con 25 voti a favore, 5 contrari e 2 astenuti.
I 60 emendamenti attraverso cui è passata la proposta di risoluzione sono serviti a fare in modo che «tutto resti come prima. Sarà possibile intercettare le comunicazioni da un paese europeo all’altro, senza nessuna conseguenza», ha riassunto Giuseppe di Lello Finuoli, rappresentante italiano della Commissione temporanea, tra i contrari alle conclusioni.
Ma c’è anche chi non considera l’impotenza dell’Unione europea di fronte ad Echelon il peggio ed anzi, teme ancora di più delle iniziative in cantiere per contrastare l’orecchio elettronico. Gli emendamenti dagli eurodeputati, Shmid e Coelho di investire in sistemi di criptaggio, hanno messo in allarme chi vede in questo un tentativo europeo di allestire un’Echelon nostrana in cui non saremo controllati dal di fuori ma anche dall’interno.