Abbiamo visto quali sono i limiti della trasmissione delle immagini via Internet tramite una connessione diretta server-user, ora andremo a vedere quali sono i problemi se invece si decide di trasmettere le immagini tramite una diffusione basata sul P2P.
La problematica dell’utilizzo dei programmi di streaming P2P è appunto la decisione del bitrate. Non tutte le connessioni (soprattutto se si parla a livello globale) hanno la stessa quantità di upload, che si sa notoriamente è molto inferiore al download. Questo rende difficile la decisione di un bitrate adatto. Se si sceglie un valore troppo alto è possibile che la fluidità nella visualizzazione diventi difficoltosa, in questo caso le immagini si vedranno a scatti o con buchi di alcuni secondi. D’altra parte un bitrate troppo basso può pregiudicare troppo la qualità delle immagini stesse.
Per rendere maggiormente chiara l’idea vi faccio alcuni esempi, ricordando che le ADSL Italiane hanno un upload medio di circa 256 kbps. Per avere una qualità di immagini simile o paragonabile a quella della televisione analogica classica il bitrate si dovrebbe assestare a valori superiori di 1200 kbps. Le televisioni che viaggiano sul P2P normalmente trasmettono su valori che vanno dai 350 ai 600 kbps mentre il sito della NBA che trasmette le partite via Internet (non tramite P2P) ha un bitrate di circa 750 kpbs.
L’unica cosa che l’utente può fare è mettersi un po’ a distanza dal monitor in modo che l’occhio non scorga le imperfezioni dovute alla bassa qualità con le quali le televisioni P2P trasmettono. Tutto questo in attesa che la qualità delle connessioni migliori fino al punto da poter supportare uno streaming video paragonabile alla qualità delle TV odierne.