Il governo americano ha lanciato un’ambasciata virtuale per l’Iran, con lo scopo di favorire il dialogo con il popolo iraniano. Partito martedì, nella doppia versione in inglese e persiano, il sito è nato anche con l’obiettivo di offrire un altro punto di vista per coloro che cercano informazioni sugli Stati Uniti. Tuttavia il governo di Teheran ha bloccato il sito il giorno successivo.
Una iniziativa che non è una missione diplomatica formale, nè rappresenta una vera e propria ambasciata degli Stati Uniti, come dichiarato da una nota del dipartimento di stato. Tuttavia «in mancanza di un contatto diretto, può funzionare come un ponte tra il popolo americano e iraniano». Peccato, però, che le autorità iraniane abbiano bloccato il sito mercoledì. Come apparso su un avviso: « In conformità con la legge della criminalità informatica, l’accesso a questo sito web non è possibile ». Si è chiuso così anche il nuovo tentativo dell’amministrazione Obama di recuperare i contatti con l’Iran: un tentativo nato anche per offrire una visione migliore degli Stati Uniti.
Nonostante l’Iran accusi l’occidente di tentativi di rovesciamento del sistema islamico, lo stesso paese attua una pesante censura della rete, bloccando l’accesso a siti stranieri che offrono un punto di vista contrario a quello del governo locale. L’agenzia stampa semi-ufficiale Fars ha commentato il blocco del sito così: «Reazione decisa da parte delle autorità iraniane, che hanno neutralizzato un altro complotto nascosto dagli americani».
Per gli iraniani è possibile comunque accedere al sito utilizzando una rete privata virtuale, in grado di oltrepassare il filtro del governo. Lo stesso trucco permette ancora a milioni di utenti in Iran di accedere a Facebook, aggirando un blocco che altrimenti isolerebbe il paese anche dal Web.