L’Islanda rischia di diventare una strana avanguardia del mondo occidentale nella battaglia al porno online. Una battaglia peraltro confusa, le cui motivazioni non sono del tutto chiare e lineari, ma la cui bozza è già nelle mani del Parlamento in attesa di giungere ad una discussione approfondita sul tema.
Quel che l’Islanda vorrebbe porre in essere è una censura in toto del porno online, impedendo così ad adulti e bambini di avere accesso in qualsivoglia forma a contenuti “espliciti” tramite la Rete. Con ogni evidenza trattasi di un proibizionismo anacronistico, da valutare sotto vari punti di vista per le implicazioni che determina tanto sulla morale quanto sotto il profilo tecnico. Ad oggi, infatti, la proposta non sembra affrontare compiutamente soprattutto quest’ultimo aspetto, in quanto un blocco generale degli IP legati al porno online determinerebbe con ogni evidenza più problemi che non vantaggi. Un blocco dei pagamenti via carta di credito verso siti XXX, inoltre, non sembra poter raggiungere lo scopo, ma soltanto percorrere un dubbio ostruzionismo.
Ma sono claudicanti anche le motivazioni che portano ad un simile orientamento. Mentre il Ministro degli Interni Ogmundur Jonasson parla di una battaglia necessaria per tutelare le donne, il suo collaboratore Halla Gunnarsdóttir ricorda come i genitori non possano sempre controllare i bambini e per questo motivo soltanto un blocco definitivo potrebbe tutelare i minori dall’incontro con contenuti proibiti. Una volontà fatta di molti obiettivi, insomma, per una lotta che sembra più di principio che non realmente focalizzata ad una specifica tutela.
Se siamo in grado di mandare le persone sulla Luna, dovremmo essere anche in grado di fermare il porno su Internet
La definizione stessa di pornografia, gli effetti di un blocco similare su di una rete internazionale, i pericoli per la libertà di espressione, l’impossibilità tecnica di bloccare gli IP: questi e molti altri problemi sembrano rendere estremamente complessa l’applicazione della proposta. Tuttavia la bozza è pubblica e le autorità islandesi si sono già sbilanciate: una dichiarazione di intenti che preoccupa poiché supportata da una ideologia debole e da una conoscenza tecnica che non sembra all’altezza dell’ambizione censoria portata avanti. Il che può dar luogo a due situazioni differenti: ad una proposta destinata a svanire nel nulla, oppure ad una censura trasversale posta in essere in modo grossolano.