Arriva da Sophos un report che traccia la situazione dello spam a livello mondiale stilando altresì una classifica dei paesi maggiormente esportatori di posta-spazzatura. In questa speciale classifica si rileva come gli Stati Uniti siano ancora il paese leader nella produzione di spam, emerge la sorprendente new-entry del Pakistan ad insidiare la top10 e l’Italia spunta con il proprio 0.94% in una posizione maggiormente defilata (14a).
Per gli Stati Uniti, però, la situazione è clamorosamente migliorata negli ultimi 12 mesi. Infatti nel 2004 gli USA producevano ben il 41.5% dello spam mondiale, mentre ora la quota relativa si è praticamente dimezzata raggiungendo il 26.4%. Secondo Graham Cluley, consulente Sophos, tale risultato è stato ottenuto da una parte grazie alla stretta collaborazione messa in atto tra gli Internet Service Provider, e dall’altra è frutto dei risultati ottenuti dalla nota CAN-SPAM (Controlling the Assault of Non-Solicited Pornography and Marketing), legge che ha imposto il cambio di orizzonte per alcuni degli spammer maggiormente prolifici.
La seconda posizione in questa speciale classifica è detenuta dalla Corea del Sud e la medaglia di bronzo al demerito va alla Cina. In questi ultimi due casi la tendenza è contraria rispetto agli States: la Corea, infatti, passa in un anno dall’11.7% al 19.7% mentre la Cina cresce dall’8.9% al 15.7%. Tutti i paesi orientali crescono tranne l’eccezione giapponese che conferma la regola: dal 2.7% del 2004 passa al 2% del 2005.
La top 10 è completata da paesi quali Francia (3.5%), Brasile (2.7%), Canada (2.5%), Taiwan e Spagna (2.2%), Inghilterra (1.6%). Sophos segnala infine come il 60% dello spam sia causato da computer “zombie”, correlando dunque direttamente la massa dello spam con l’insicurezza dei sistemi informatici.