L'Italia è pronta per Current TV?

L'Italia è pronta per Current TV?

Come segnalato da Orazio, Current TV è sbarcata in Italia. Le potenzialità di questo progetto di comunicazione giornalistica on line in stile Web 2.0, ovvero con contenuti generati dal basso, sono enormi.

In attesa di verificare il reale successo dell’iniziativa, la domanda che chi opera nel mondo dell’informazione e ha una certa esperienza delle dinamiche editoriali “classiche” così come delle logiche 2.0 che stanno alla base dell’iniziativa, è solo una: l’Italia è pronta per Current TV.

Domanda a cui solo il tempo saprà dare una risposta, ma che già ora può essere interpretata ponderando diversi aspetti. Innanzi tutto, c’è da valutare la solidità del progetto. Da questo punto di vista l’appoggio di Sky, la presenza in ruoli chiave di professionisti di altissimo livello e di esperienza come Tommaso Tessarolo e il successo riscosso all’estero da Current TV fanno capire da subito che si tratta di un progetto serio e ambizioso.

Proprio sulla serietà e ambizione di Current TV ecco però intervenire un ulteriore fattore: il rapporto con i media tradizionali e l’Ordine dei giornalisti. In un paese come l’Italia dove l’Ordine e pochi grandi editori (per non parlare della politica) controllano l’informazione “istituzionale”, come sarà accolto un progetto potenzialmente così rivoluzionario e non imbrigliabile? Basta la risposta di Gore che sottolinea la libertà dei “podder” di pubblicare servizi scomodi sul Vaticano per capire quanto diverso sia l’approccio democratico di Current TV all’informazione.

Parlando poi di audience, è presumibile che Current TV punti a un mondo ben più ampio rispetto a quello della blogosfera. Appoggiarsi a un canale TV sicuramente è un punto a favore di Current TV per quanto riguarda il pubblico, ma in un progetto dove il pubblico deve “produrre” contenuti di qualità, occorre reclutare degli evangelisti di un certo livello.

Di conseguenza viene da chiedersi se in Italia esista una base di potenziali “autori” multimediali che riescano a generare prodotti di qualità che rispettano i format di Current TV. L’esperienza personale da blogger e giornalista mi porta a pensare che tra i giornalisti “ufficiali” ben pochi abbiano le capacità tecniche per realizzare da soli prodotti audio-video completi (nonostante le competenze editoriali), mentre per quanto riguarda i blogger, si tratta di un universo molto eterogeneo dove però concetti come la deontologia, il controllo delle fonti, la conoscenza delle normative che regolano la diffusione delle informazione non sono poi così radicate.

Insomma, se è certo che Current TV è un progetto di comunicazione che potrebbe fare benissimo al nostro paese, rimane il dubbio sul fatto che il nostro paese (che non ha certo nel sangue il gusto per l’innovazione rivoluzionaria, soprattutto in alcuni ambiti) sia già pronto per riceverne i benefici…

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