50 magazine ed alcuni grandi nomi, tutti assieme per dar vita ad una sorta di edicola digitale tramite la quale distribuire i propri contenuti a pagamento. Sarà, questa l’analogia più usata, una sorta di iTunes dell’informazione, ove i singoli contenuti saranno accessibili tramite marketplace dedicato dal quale l’editore avrà pieno controllo sulla distribuzione delle proprie produzioni. Tre i nomi a fare da capofila: Time Inc., Condé Nast, Hearst.
L’idea nasce nella redazione del Time dal responsabile John Squires, il quale sarebbe ora pronto a lasciare il Time per abbracciare radicalmente la nuova avventura. Per la prima volta se ne parlò a inizio Ottobre, quando il progetto sembrava essere ai primi passi: a distanza di poco più di un mese il taglio dei nastri appare però ormai vicino e nuovi rumor iniziano a definire i contorni di quella che intende essere la prima vera piattaforma di distribuzione a pagamento dei contenuti editoriali prodotti per la Rete.
Secondo The Observer sarebbero pronti a salire sul carro decine di titoli, tra i quali The New Yorker, Vanity Fair, Vogue, Time, People, Sports Illustrated, Esquire and O, The Oprah Magazine. Il tutto dovrebbe prendere forma sotto la struttura di una joint venture nella quale i vari competitor depongono le armi e camminano nella stessa direzione per evitare percorsi individuali inevitabilmente destinati al fallimento. Gli editori, insomma, tentano di unire le forze per rivendicare il proprio ruolo, riprendendo in mano il destino delle proprie pubblicazioni dopo che varie proposte hanno visto Amazon (tramite Kindle), Google (tramite Fast Flip), Microsoft (in dialogo con Rupert Murdoch) ed altri ancora proporsi come mediatori nella distribuzione.
La sfida non è soltanto sulla distribuzione, però. Il progetto si dovrebbe estendere anche alla definizione della forma dei contenuti, al modo in cui tenteranno di incrociare l’interesse degli utenti sulle varie piattaforme abbracciate. Il marketplace univoco, insomma, dovrà essere raggiungibile tanto da Blackberry quanto da iPhone, ed in entrambi i casi dovrà poter restituire un’esperienza soddisfacente per l’utente pagante. Varie forme di design, quindi, dovranno accompagnare l’approdo al commercio digitale, così che la nuova edicola virtuale possa riempirsi di prodotti accessibili, appetibili e commercializzabili. Il riferimento alla realtà mobile, peraltro, sembra fare il paio con le dichiarazioni di Giorgio Riva il quale, parlando del Premium Publisher Network e della realtà RCS Digital, ha fatto esplicito riferimento alla mobilità come il primo ambito ove dare il via alla distribuzione a pagamento (la realtà online, abituata da una decennale consuetudine al gratis, dovrà essere rieducata progressivamente).
Nomi, prezzi ed altri dettagli sono rimasti al momento al di fuori dei discorsi pubblici sul progetto. Non solo: mentre la prima bozza della lista dei partecipanti viene redatta, si nota l’assenza di un nome quale Wired (titolo Condé Nast) da cui giunge però notizia di una bozza ormai pronta per una release digitale pre-adattata alla distribuzione sull’ipotizzato Tablet Apple.