L’annuncio risale allo scorso Dicembre, ma la messa in opera del progetto è questione di poche ore fa: Google ha dato ufficialmente il via al cantiere Living Stories, un modo nuovo per accedere alle informazioni scandagliate dal motore di ricerca e raggruppandole sotto forma di accadimenti “vivi” che si sviluppano nel tempo.
L’idea Google è quella di creare un punto di riferimento maggiormente coinvolgente per la consultazione delle notizie. Ad oggi, infatti, Google News offre uno sguardo generale sui temi di maggiore importanza, ma fallisce nel momento in cui si avvia il primo click alla ricerca di informazioni aggiuntive. Con Living Stories, invece, Google ordina le informazioni a disposizione creando flussi strutturati in base a fonti, tipologia e cronologia. Le notizie diventano pertanto dei veri e propri cluster attorno ai quali raggruppare i testi indicizzati, il che permette all’utente di scegliere il proprio percorso informativo in base alle esigenze che manifesta durante la consultazione. La notizia non si legge: la si naviga.
Per ogni singola “storia” sarà disponibile un permalink, il che offre la possibilità di annotare, condividere e seguire nel tempo la singola notizia. Il primo esperimento è stato portato avanti in questi primi mesi tramite la collaborazione tra Google, New York Times e Washington Post. Ora il progetto compie un passo ulteriore: Living Stories diventa un servizio open source, il che permetterà a chiunque di trarre giovamento dalle news indicizzate da Google per includerle all’interno delle “Living stories” che si intendono portare sui propri siti web.
La documentazione per gli sviluppatori interessati è disponibile nell’area wiki del sito ufficiale. L’utente ha a disposizione una vasta gamma di opportunità per personalizzare l’applicazione, il che permetterà pertanto una semplice contestualizzazione dei contenuti all’interno delle proprie pagine. Così Google intende raggiungere il proprio obiettivo: rendendo open source l’accesso alla linfa di Google News, il gruppo intende estendere l’esposizione ed i click sulle fonti indicizzate rendendo sempre più appetibile la permanenza degli editori nel proprio elenco di partner. Chi abbandona il campo deve sapere che abbandona una importante opportunità. Le Living Stories, quindi, hanno una responsabilità ulteriore oltre alla necessità di piacere agli utenti (il 75% dei tester sembra aver restituito feedback positivo): il servizio è una moneta di scambio che Google intende spendere per trattenere gli editori e limitare l’appetibilità del passaggio alle formule di informazione chiuse ed a pagamento.