Il caso che vede coinvolto il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, sta avendo ampio risalto non soltanto su TV, radio e stampa, ma anche sul Web.
I fatti parlano di un presunto ricatto di cui l’ex-conduttore Rai è rimasto vittima a causa di un filmato, girato una mattina di luglio da alcuni Carabinieri. Il video, ripreso durante un’irruzione, mostrava Marrazzo in un appartamento romano in compagnia di un transessuale e con della coca in giro, una situazione non certo edificante per un uomo politico che fa della propria immagine uno strumento fondamentale per la ricerca di consensi.
La vicenda, che avrà ovviamente rilevanti ripercussioni politiche, non ha mancato di far parlare e anche molto gli utenti della Rete, quel popolo del Web che quotidianamente usa social network e siti di videosharing per scambiarsi informazioni, pareri e consigli sui fatti più importanti.
Gli utenti hanno ovviamente utilizzato siti come Facebook per esprimere le proprie opinioni e se in un primo momento la maggior parte sembrava concorde nel prendere le parti del Governatore, il quale, in prima battuta, aveva definito il video una semplice “bufala”, dopo la confessione dello stesso Marrazzo, con tanto di sospensione immediata dall’incarico e dai relativi benefit, non pochi sono stati coloro che hanno affidato agli immancabili commenti il loro disappunto.
Per il momento sulla Rete ci si divide, c’è chi apprezza l’assunzione di responsabilità (seppur non immediata) di Marrazzo, mentre c’è chi critica fortemente il comportamento del politico laziale, ma non manca chi, a torto o a ragione, collega direttamente lo scandalo attuale con le vicende scandalistiche, a carattere anche qui sessuale, che hanno visto per protagonista il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Una volta di più, insomma, la Rete si conferma media di riferimento e di totale libertà di espressione, là dove il lettore/spettatore può solo “subire” passivamente fatti e dichiarazioni, con il Web esso assume un ruolo attivo e contribuisce anzi a “creare informazione”, ad arricchire e ad ampliare le chiavi di lettura di una vicenda complessa e non del tutto illineare come questa.
In questi frangenti emerge quindi, semmai ce ne fosse bisogno, tutto il potenziale di Internet, ma allo stesso tempo emergono, cosa ormai diventata all’ordine del giorno, anche alcuni “limiti”, se così possiamo chiamarli, di questo universo.
Su YouTube ad esempio circolano già un paio di video-fake “a tema”, ovvie prese in giro (più o meno in buona fede) e burle create da utenti che mettono tanto di titoli altisonanti e inequivocabili quanto ingannevoli. Video fatti forse per attirare visualizzazioni ma che un po’ danno fastidio, almeno a quanto pare di capire dai relativi commenti di critica lasciati da alcuni utenti.
Comunque si voglia leggere tutto quanto, ancora una volta il popolo del Web si dimostra attento e partecipativo, con i soliti eccessi, le solite burle, ma anche con il solito e immancabile spirito critico: benvenuti nell’era del Web 2.0.