Lo "spezzatino" di Windows funziona

Il giudice Colleen Kollar-Kotelly ha accolto la richiesta dei nove Stati contrari all'accordo anti-trust con Microsoft di prendere visione di una versione modulare di Windows, priva cioè di alcune applicazioni.
Lo "spezzatino" di Windows funziona
Il giudice Colleen Kollar-Kotelly ha accolto la richiesta dei nove Stati contrari all'accordo anti-trust con Microsoft di prendere visione di una versione modulare di Windows, priva cioè di alcune applicazioni.

L’ormai famoso giudice Colleen Kollar-Kotelly permetterà che James Bach, esperto incaricato dai nove Stati, possa mostrare in aula la prossima settimana una versione modulare di Windows realizzata utilizzando esclusivamente tecnologie Microsoft già esistenti. Lo scopo degli Stati è molto semplice e cioè dimostrare alla corte che su una versione di Windows è possibile rimuovere alcune applicazioni senza causare danni al sistema. Bach dimostrerà che lo "spezzatino" di Windows funziona perfettamente.

Di rimando Microsoft sostiene che rimuovere da Windows alcune applicazioni per sostituirle con quelle prodotte dai competitors renderebbe il sistema instabile causandone inevitabilmente il crollo sul mercato.

Gli Stati hanno indicato Bach come uno dei due testimoni che intendono chiamare per confutare le argomentazioni di Microsoft. I legali di Microsoft si sono opposti con forza, affermando che gli Stati avrebbero dovuto far testimoniare Bach prima. Il giudice Kollar-Kotelly ha in parte accolto questa rimostranza, sostenendo che i legali degli Stati hanno ingaggiato Bach a Febbraio, ma che il non convocarlo prima nel caso è stata una “decisione tattica”. Ma poi ha continuato: «Permetterò la testimonianza di Bach soprattutto perchè ritengo che tutte le informazioni debbano essere presentate alla corte». Bach dovrà dunque testimoniare che la sua versione modulare di Windows è «robusta ed affidabile» come ha affermato la Signora Kollar-Kotelly, riprendendo alcune parole delle tesi dell’accusa. James Bach ha realizzato la nuova versione utilizzando Windows XP Embedded, una versione commerciale di Windows ideata per utilizzi specifici come ad esempio i registri di cassa.

Microsoft ha raggiunto l’anno scorso con il Dipartimento della Giustizia statunitense un accordo che avrebbe dovuto concludere la saga delle cause antitrust. Nove Stati dell’Unione però si sono opposti, ritenendo che le sanzioni applicate non fossero abbastanza severe: in particolare, i nove Stati hanno chiesto che nei sistemi operativi del gigante di Redmond fosse possibile installare software concorrenti e che, quindi, una porzione del codice sorgente di Windows venga resa pubblica.

Inoltre è di qualche giorno fa la notizia relativa ad una e-mail del gennaio 1999, indicata come ulteriore prova dall’accusa, nella quale un dirigente Microsoft avrebbe illustrato dettagliatamente l’attacco al mercato dello streaming audio e video su Internet attraverso la posizione di dominanza di Windows. Diventa a questo punto estremamente interessante osservare gli sviluppi della vicenda, alla luce soprattutto di un eventuale “disimpegno” dell’amministrazione Bush (o di parte di essa) nei confronti di Bill Gates e del suo colosso, forse troppo grande e palesemente in posizione di monopolio da non essere più facilmente difendibile, come nel recente passato. Tanto più che ufficialmente il Pacific Northwest National Laboratory (Pnnl), ente di proprietà del dipartimento statunitense dell’Energia (DOE), ha stipulato con Hp un accordo per la realizzazione di un supercomputer basato niente meno che su Linux

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