Il rapporto di “Francesco Caio”, consulente del governo, è stato visionato dal ministro “Scajola” come dal Presidente del Consiglio. Tale documento è volto a focalizzare la situazione della banda larga in Italia e i suoi sviluppi.
Per il momento nessun risultato, vi è quindi spazio alle polemiche ma secondo molti il fulcro del problema sta nella questione dello scorporo della rete Telecom, quest’ultima non ha intenzione di procedere in tal senso e inoltre dichiara anche di non avere le risorse necessarie per far fronte al piano di sviluppo.
Secondo “Scajola” bisognerebbe creare una figura che possa garantire la parità d’accesso alla rete tra i vari operatori. Telecom ha progettato da tempo Open Access, un modello che è ben visto dall’Unione Europea.
Le Next generation network secondo “Caio” erano fondamentali per lo sviluppo strategico. In particolare erano state formulate tre ipotesi. La prima era la copertura della metà delle case italiane con una rete in rame e fibra. La seconda ipotesi prevedeva la copertura di 100 citta in fibra ottica. In ultima istanza vi era il progetto di investire nella copertura in fibra di 10 – 15 città attraverso accordi con privati.
Quel che è certo è che per lo sviluppo delle Ngn sono necessari dai 10 ai 15 miliardi di euro e per il momento sembra remota la possibilità di uno stanziamento di fondi di tale entità.