In un post precedente abbiamo parlato di Kodak DCS-100, indicandola come la prima macchina fotografica digitale in ambito reflex, ed è datata 1991.
Ma la rivoluzione della fotografia digitale nasce con qualche anno di anticipo, e la prima macchina interamente digitale è prodotta da Fuji. Il modello DS-1P del 1988, con i suoi 400.000 pixel è la prima fotocamera a memorizzare i dati in digitale su memory card. Purtroppo la vita di questa macchina e brevissima, ma nello stesso anno, Logitech produce la FotoMan, prima ad avere una discreta diffusione nel mercato consumer.
Basata sulla Dycam Model 1 della Dycam Inc, di cui Logitech acquisì i diritti, questa subì una serie di migliorie sia nel design che nel software rispetto al progetto iniziale.
Le sue caratteristiche principali sono un sensore di 1/3 di pollice, una risoluzione di appena 376×240 pixel a 256 toni di grigio, memoria RAM interna da 1 MB che le permette di memorizzare circa 32 scatti (nei formati Tiff o Pict), anche se purtroppo la memoria durava circa 24 ore grazie ad una batteria tampone, e se non collegata ad un PC, le fotografie venivano perse. Inoltre è dotata di una focale fissa da 8mm, di un flash incorporato, tempi di scatto da 1/30 fino a 1/1000 di secondo e campo focale da un metro a infinito.
Pur non vantando caratteristiche tecniche di grossa qualità, la fotocamera Logitech, venduta ad un prezzo di 995 dollari, porta con sé una rivoluzione. Innanzitutto la possibilità di connettersi ad un PC per utilizzarlo come unità di storage, ma cosa ben più importante, era il portare con sé una nuova idea di lavoro.
Infatti, ora l’utilizzo di tecnologie digitali danno il via ad una nuova era in cui cambia radicalmente il concetto di catturare, immagazzinare, manipolare e usare la fotografia che elimina la lavorazione della pellicola.
Diviene ora possibile scattare e inviare direttamente via modem una fotografia nel giro di poche ore in tutto il mondo, mentre prima delle tecnologie digitali, il metodo più rapido era di scattare una istantanea con una Polaroid, e inviare il tutto tramite corriere espresso, perdendo almeno un giorno.
Certo, la qualità era ancora scadente, e difatti non era indirizzata ad ambiti professionali, ma abbiamo visto come dal 1988 ad oggi i sensori digitali hanno permesso questa rivoluzione di tempi e di modi di lavorare con le immagini.