Nella giornata di ieri la Regione Lombardia ha sottoscritto un accordo con Metroweb, la società proprietaria della più grande rete di fibre ottiche milanese facente parte del fondo F2i (fondi italiani per le infrastrutture), per sviluppare una rete passiva in fibra ottica che copra buona parte del territorio regionale, garantendo il servizio almeno al 50% dei cittadini lombardi.
Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha dichiarato:
La Lombardia ha intrapreso dal 2010 l’analisi di un progetto finalizzato alla realizzazione di un’infrastruttura passiva in fibra ottica secondo un modello “fibra a casa” del valore di oltre 1,2 miliardi di euro, che avrebbe consentito di infrastrutturare 167 comuni lombardi e di raggiungere una popolazione di 4,2 milioni di persone. Questo però si è concluso nel luglio del 2011 con l’impossibilità di giungere a un progetto unico e condiviso poiché su alcuni punti chiave non vi è stata convergenza delle parti.
L’obiettivo principale è quello di allinearsi (almeno a livello regionale) all’agenda digitale europea che richiede, entro il 2020, la copertura della metà della popolazione con i 100 megabit e l’altra metà con connessioni a 50 megabit. Per riuscire nell’impresa, la neo accoppiata Metroweb-Lombardia si divederà i compiti: MetroWeb realizzerà le infrastrutture, mentre la Regione Lombardia s’impegnerà ad assecondare il progetto con le normative più opportune.
Ovviamente l’azienda MetroWeb non ha intenzione di fermarsi, ma vuole traghettare la banda larga anche nelle altre regioni italiane, consentendo agli operatori di investire non solo colmando il divaro, ma puntando addirittura sulla banda ultra larga. Vito Gamberale, amministratore delegato del fondo F2i, ha infatti dichiarato:
Non è vero che l’Italia sia così indietro in questo settore, perché tra i Paesi europei demograficamente paragonabili con Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna siamo quelli che possono vantare una realtà come Milano, che rappresenta l’esempio più avanzato. Di questo bisogna andare molto fieri, è un primato di cui il Paese non è consapevole. Replicheremo il modello milanese in Lombardia con Bergamo e Brescia come avamposto.