E-Democracy, ovvero «la partecipazione dei cittadini alla formazione dei processi decisionali delle amministrazioni locali attraverso i più avanzati strumenti tecnologici della società dell’informazione»: il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ed il governatore Roberto Formigoni hanno presentato una serie di progetti che lanciano la Lombardia in testa alle regioni europee che mettono a disposizione tali strumenti alla popolazione.
Il tutto è stato reso pubblico durante la presentazione di 7 programmi che hanno ottenuto il finanziamento pubblico ma che si inseriscono semplicemente alla fine di una lunga filiera preparativa che ha già assommato quasi 20 milioni di euro di intervento suddiviso nei seguenti progetti:
- Inclusione dei piccoli comuni nell’attuazione dell’e-government
- Sistema informativo territoriale integrato per la gestione dei servizi
- Rete wireless comunità montale arco alpino
- Rete regionale lombarda della Pubblica Amministrazione
- SICA – Sistema Interscambio Anagrafico
- SINTEL – Sistema di Intermediazione Telematica
- IT – Infrastruttura dell’Informazione Territoriale della Regione Lombardia
- ICARO – Infrastruttura interoperabile e Cooperazione Applicativa nei servizi di Registrazione delle nascite in Ospedale
- ITP – Infrastruttura Tecnologica della Provincia di Mantova
- ACROSS – Architettura Comunale di Rete Orientata ai Servizi Sociali
- ICAR – Progetto interregionale “Interoperabilità e Cooperazione Applicativa tra le Regioni”
Così il ministro Stanca ha giudicato l’attività della regione: «la Lombardia è volano per lo sviluppo economico e per l’innovazione digitale per il Paese ed è in prima linea in progetti avanzati, come la distribuzione della Carta Regionale dei Servizi a tutta la popolazione regionale, la forte attenzione allo sviluppo del t-Government e una spiccata sensibilità alle esigenze dei piccoli comuni». Tutto ciò è stato reso possibile soprattutto dalla grande cablatura del territorio di cui la regione può godere con i suoi 600 mila km di fibra ottica (un quinto dell’intera cablatura nazionale). Dove il digital divide non è un grave problema, anche l’e-democracy (sia pur se in fase sperimentale) non è più un’utopia.