A piccoli passi e approfittando degli scivoloni altrui, la comunità open source sta avanzando sul campo conquistando strada verso un più generale riconoscimento delle proprie strutture. Dopo aver seminato e raccolto in terra orientale, ora il mondo open si rivolge ad occidente e mette in ballo subito una firma d’eccellenza: la NASA avrebbe infatti contatti per alcune licenze, e la cosa sarebbe in discussione in questi giorni.
Nei giorni scorsi ha fatto notizia inoltre il passaggio all’open source da parte di alcune città tedesche quali Schwambish Hall o Monaco. In questo caso la notizia è stata derivata perlopiù dall’eco di una infelice battuta proferita per l’occasione: «anche una donna saprebbe usare Linux», ma non tutti (o tutte) hanno preso di buon grado la freddura.
La limitazione della monocultura informatica e dell’apertura a Linux è ora in discussione in Francia dove Jacques Sauret, responsabile governativo dello sviluppo dell’amministrazione elettronica, ha preventivato entro il 2007, che sul 10-15% (17mila computer, di cui 400 server) delle macchine a disposizione della pubblica amministrazione il sistema operativo sarà marchiato con il pinguino di Torvalds.
Il passo avanti è consistente: in soli tre anni significherebbe aumentare di oltre 5 volte l’attuale incidenza dell’open source nella gestione informatica del paese. Il problema, semmai, è di ordine economico: lo stesso servizio, se effettuato tramite gli upgrade proposti di Microsoft, costerebbe il 30% in meno dei 30 milioni di euro necessari per il passaggio.