La vicenda legata al Pesce d’Aprile di Belen Rodriguez e Tinto Brass è significativa perchè permette di sviscerare i meccanismi deviati di un sistema malato: quello dell’informazione.
La bufala prende piede in conseguenza di un virus (la necessità di fare “audience”) e della mancanza di un antivirus (i link).
Il virus è noto: il sistema suggerisce di produrre quante più pagine possibile al minor costo possibile. La quantità viene privilegiata rispetto alla qualità ed agli estremi questo meccanismo è esaltazione e sacrificio: esaltazione del traffico a tutti i costi sacrificando del tutto ogni ambizione, ogni velleità, ogni minimo tentativo di emergere dall’informazione melensa. Occorre colpire la massa e far numero. Occorre vendere e, vista la bassa qualità, i bassi introiti devono avere come contraltare un costo minimo. Semplice economia editoriale.
L’antivirus è largamente ignorato per vari motivi e, soprattutto, per una sorta di eredità culturale che la vecchia editoria si trascina appresso. Citare le fonti significa infatti offrire ad altri il “credito” della notizia, il tutto rischiando di perdere l’utente che clicca e se ne va. Così facendo, però, la bufala di Belen ha presto perduto la propria origine, diventando un caso orfano privo di fonti, verificabilità e qualsivoglia radice.
L’infezione ha così preso il via. Il virus, in assenza di antivirus, prende il largo senza freni. Basterebbe qualche link per permettere all’utente di risalire alla fonte, invece non succede. Basterebbe qualche link per dare alla fonte originale il credito meritato, invece non succede (nonostante decine di siti impegnati sulla vicenda, Webnews non ha raccolto alcun link). Basterebbe qualche semplice link per permettere al freelance del grande giornale di risalire alla fonte senza perdere il suo risicato tempo, invece non succede. La bufala non trova quindi limiti sulla propria strada e si moltiplica trovando anche meccanismi di infezione reciproca tra internet e tv.
Questo è successo: un organismo debole si trova quotidianamente infettato e non accetta quei meccanismi che potrebbero risolvere la situazione. Ne pagano tutti gli organi interessati, uno ad uno.
E pensare che voleva essere solo un Pesce d’Aprile. Ne è uscita una case history illuminante, nella quale in molti dovrebbero rispecchiarsi. Sarebbe un primo passo nella giusta direzione.