L’Orologio dell’Apocalisse è un “metaforico segna tempo” che da oltre 75 anni calcola quanto tempo resta a un’ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta. Curato dal Bollettino degli Scienziati Atomici, una rivista non tecnica che tratta di temi legati alla sicurezza globale e alla politica pubblica, fu fondato dopo Hiroshima e Nagasaki da Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer, Eugene Rabinowitch e altri ex-fisici dell’Università di Chicago che avevano contribuito alla realizzazione della prima bomba atomica nel Progetto Manhattan. Ebbene, secondo i “calcoli” di questo “cronometro”, siamo a un passo da una guerra nucleare, e dunque dalla fine del mondo.
Ad un passo dall’Apocalisse? Tocchiamo ferro (e non solo)
L’orologio calcola quanto tempo resta a un’ipotetica fine del mondo in base agli eventi che si verificano periodicamente: per esempio, durante la guerra fredda l’orologio venne impostato a sette minuti dalla mezzanotte, con le lancette che da allora sono state spostate 22 volte. Tra il 1953, il 1960 e una nel 2018, per ben tre volte la distanza minima raggiunta era stata due minuti, mentre al momento le lancette si trovano a cento secondi dalla mezzanotte. A renderlo noto è stato proprio il Bollettino degli Scienziati Atomici che annualmente tiene il polso dei pericoli di un olocausto nucleare. Colpa della guerra in Ucraina? Nì.
I redattori del Bulletin, che sono tornati a riunirsi negli ultimi giorni, aveva infatti già fissato tale rischio a gennaio, in occasione dell’annuale aggiornamento della valutazione del pericolo. Ma in realtà lo stesso era accaduto anche nel 2020.
Toccatine e grattatine di rito a parte, si tratta ovviamente di congetture, anche se basate su pericoli possibili. Ovvio che se la situazione in Ucraina dovesse degenerare, soprattutto per l’ingerenza degli Stati Uniti, allora il rischio diventerebbe eccome estremamente reale. Ma fino a quando nessuna delle superpotenze nucleari farà pazzie sparandosi contro, e magari come auspichiamo noi, se nel frattempo si riesce a trovare una soluzione diplomatica per fermare la guerra in corso, certe osservazioni continueranno a lasciare il tempo che trovano, visto che spesso contribuiscono solo a mettere ansia in un mondo che di certo avrebbe bisogno di maggiore serenità.