Si è concluso pochi giorni fa a Roma la rassegna sugli stati generali del cinema dove l’ex presentatore Luca Barbareschi, attualmente vicepresidente per la commissione trasporti della Camera, ha tenuto un convegno dal titolo “Pirateria e criminalità audiovisiva: quando la copia danneggia il mercato”.
Il politico del PDL è da tempo impegnato nella lotta contro la pirateria, in particolare si è distinto per il sostegno alla causa intentata da Mediaset contro YouTube.
Barbareschi ha dichiarato che le case discografiche italiane, nell’ultimo anno, si sono trovate a fronteggiare 261 milioni di euro di perdita a causa della pirateria informatica, mentre i produttori di software hanno perso circa 1150 milioni euro a causa della duplicazione illegale dei programmi.
Il politico ha quindi deciso di proporre l’introduzione di una sorta di “Carta di Identità del Web“. Gli illeciti in Internet vengono commessi in quanto l’individuo si trova in un mondo virtuale totalmente deregolato, per questo:
è necessario riaffermare le responsabilità dei singoli per gli illeciti commessi: così come avviene nella realtà, così anche nella virtualità va individuato un sistema di regole
Il presidente della SIAE Giorgio Assumma, invitato al convegno, ha dichiarato che il problema della pirateria non dipende dal nostro corpo di leggi a protezione del diritto d’autore, in quanto le norme sono forti ed efficaci. Vi sarebbe quindi una responsabilità da parte dei magistrati che spesso si trovano a decidere su una materia, quale il P2P, di cui non conoscono il funzionamento. Per questo è auspicabile la creazione di un team specializzato di magistrati per fronteggiare in modo corretto la pirateria.
Assumma continua sostenendo la necessità della prevenzione: gli user, in particolare gli adolescenti che costituiscono il 57% degli sharer italiani, devo essere responsabilizzati. Per questo il presidente di SIAE richiede l’introduzione di sanzioni amministrative contro i giovani e contro i loro genitori.