La Commissione Europea intende agire in sede legislativa per calmierare il volume dei player MP3. Trattasi di una presa di posizione forte, ma anche un atto dovuto in conseguenza dei risultati emersi da una serie di indagini che già un anno fa evidenziavano i pericoli emergenti da una eccessiva esposizione del timpano a volumi al di sopra di una soglia determinata. Solo un anno fa, ad esempio, l’ultima indagine del Comitato Scientifico sui Rischi per la Salute Nuovi ed Emergenti indicava il fatto che «l’ascolto anche di solo 5 ore a settimana di musica (o comunque suoni) a volumi elevati può portare a gravi danni per l’udito di cui ci si accorge ad anni di distanza».
La posizione dell’UE è oggi chiarita dal Commissario per la tutela dei consumatori Meglena Kuneva, la quale ha lasciato intendere come presto vi sarà una sorta di volume standard al quale dovrà omologarsi qualunque azienda interessata a commercializzare i propri riproduttori MP3 all’interno dell’UE. Non solo: ogni singolo prodotto dovrà indicare i rischi effettivamente certificati e, con apposite indicazioni chiaramente in vista, dovrà portare tale monito all’attenzione dell’utente utilizzante il dispositivo.
Nel 2004 era stato valutato come la fruizione ottimale prevedeva un ascolto da 1 ora al giorno per un volume che non superasse i 90 decibel (secondo un esposto presentato negli States, un tradizionale iPod potrebbe superare i 115dB). La legge sembra oggi voler restringere ulteriormente il limite, portando ad 80 decibel la soglia massima raggiungibile dai player che verranno immessi mercato.
La normativa, una volta in vigore, andrà a ridurre un rischio che nei soli paesi membri dell’UE coinvolge 2.5/10 milioni di cittadini. I danni certificati dei player sull’udito delle generazioni più giovani è certificato, ma con un intervento dall’alto verrà operata un’opera di prevenzione radicale e completa: il volume, infatti, sarà abbassato per legge.