331 milioni di euro rappresentano l’ammontare inflitto dalla Commissione Europea ad alcune aziende quali Samsung, Toshiba, NEC, Hitachi ed altre ancora per l’accusa di aver creato un cartello illegale sui prezzi dei chip di memoria.
Secondo Reuters «L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha imposto la sanzione più gravosa – 145,73 milioni – a Samsung mentre Infineon e Hynix Semiconductor hanno ricevuto una multa di 56,70 e 51,47 milioni per aver partecipato al cartello dei produttori di chip Dram tra luglio 1998 e giugno 2002. Le altre compagnie nel cartello erano Hitachi, che ha ricevuto una multa da 20,41 milioni di euro, Toshiba (17,64 milioni), Mitsubishi (16,61 milioni) e Nanya Technology (1,80 milioni). Elpida Memory è stata condannata a pagare 8,50 milioni di euro insieme a NEC e Hitachi, mentre NEC e Hitachi una multa da 2,12 milioni per il periodo della loro joint venture. NEC sarà inoltre tenuta a pagare singolarmente 20,41 milioni di euro».
Si salva dal problema la Micron Technology, la quale riesce a fuggire dalla stretta della Commissione Europea grazie alla propria decisiva collaborazione con la quale si è potuto mettere in evidenza il cartello oggi punito con la sanzione indicata.
Le sanzioni di nove gruppi sono state ridotte del 10% in virtù di una normativa che permette uno sconto sulla pena per i gruppi che ammettono l’esistenza degli accordi illeciti tra le parti per mantenere un regime di prezzi dopato a vantaggio dell’intero comparto. Trattasi di una legge che abilita una sorta di “patteggiamento”, una via d’uscita semplificata dalla vertenza legale liberando così risorse per la ricerca ed il perseguimento di altri cartelli senza affossare su pochi limitati casi l’intera attività della Commissione.