«La Commissione europea ha adottato oggi una comunicazione relativa al diritto d’autore nell’economia della conoscenza per raccogliere le importanti sfide, culturali e giuridiche, associate alla digitalizzazione e alla diffusione su vasta scala dei libri, in particolare delle collezioni delle biblioteche europee […] In occasione dell’adozione della comunicazione, i commissari McCreevy e Reding hanno sottolineato che il dibattito sull’intesa raggiunta negli Stati Uniti su Google Books ha mostrato ancora una volta che l’Europa non può rimanere indietro di fronte alla sfida del digitale».
Il colpo di reni dell’Unione Europea giunge non a caso nei giorni della 61esima Frankfurt Book Fair. L’Europa, infatti, sta annaspando per fare in modo che non si perda il treno dell’innovazione lanciato ancora una volta negli Stati Uniti ove Amazon prima e Google poi hanno dimostrato come possa essere creato mercato dando vita a nuove opportunità tanto per gli operatori, quanto per i cittadini, quanto per il sistema culturale. Viviane Reding, alla luce del contesto venutosi a creare, rilancia pertanto il ruolo del vecchio continente non soltanto come fonte prima della cultura del passato, ma anche come hub fondamentale per la ricchezza culturale del futuro (rivendicando in ciò le proprie precedenti pressioni volte a creare una alternativa valida e comunitaria al progetto Google Books): «In tutto il mondo sono già state lanciate importanti attività di digitalizzazione. L’Europa deve cogliere quest’opportunità per assumere l’iniziativa e garantire che la digitalizzazione dei libri avvenga conformemente alla legislazione europea in materia di diritti d’autore e nel pieno rispetto della diversità culturale europea. L’Europa, dotata di un ricco patrimonio culturale, ha molto da offrire e da guadagnare con la digitalizzazione dei libri. Se agiremo con prontezza, le soluzioni europee promotrici della competitività per la digitalizzazione dei libri potranno senz’altro diventare operative prima delle soluzioni attualmente previste negli Stati Uniti con l’intesa su Google Books».
Tre punti principali, però, sono posti all’attenzione di quanti intenderanno collaborare a questa corsa ad ostacoli:
- Conservazione e diffusione digitali
«La Commissione lancerà ora un dialogo fra parti interessate per trovare valide soluzioni affinché i diritti possano essere concessi in modo semplice e poco oneroso in modo da consentire una digitalizzazione su ampia scala e permettere alle collezioni delle biblioteche ancora protette da diritti d’autore di essere divulgate online. Ciò riguarda al tempo stesso le opere esaurite e le opere orfane, ovvero le opere per le quali è impossibile identificare o localizzare il proprietario»; - Opere orfane
«La digitalizzazione e la diffusione delle opere orfane sollevano un problema culturale ed economico del tutto particolare poiché la mancanza di un titolare del diritto conosciuto significa che l’utente non può ottenere l’autorizzazione necessaria, ad esempio, per digitalizzare un libro. Le opere orfane costituiscono una parte non trascurabile delle collezioni in possesso delle istituzioni culturali europee (la British Library, ad esempio, calcola che il 40% delle sue collezioni protette dal diritto di autore siano orfane). La Commissione esaminerà ora più approfonditamente la questione mediante un’analisi d’impatto. L’obiettivo consiste nel trovare una valida soluzione a livello europeo per facilitare la digitalizzazione e la diffusione delle opere orfane nonché nel definire standard comuni di necessaria diligenza per riconoscere lo status di opere orfane in tutta l’Unione Europea»: si indica nel progetto Arrow (Accessible Registries of Rights Information and Orphan Works) la soluzione che l’UE intende ad oggi percorrere, necessitando però in questo della cooperazione stretta con gli stati membri; - Accesso ai portatori di handicap
«I portatori di handicap fanno fronte a numerose difficoltà per accedere all’informazione. In particolar modo i non vedenti lamentano la mancanza di libri: solo il 5% delle pubblicazioni europee è infatti disponibile in formati che sono loro accessibili, situazione ulteriormente aggravata dalle restrizioni alla distribuzione transfrontaliera, anche fra paesi in cui si parla la stessa lingua. Un Forum costituito dalle parti interessate dedicato alle esigenze dei portatori di handicap, in particolare dei non vedenti, studierà le possibili soluzioni politiche, inclusi gli strumenti atti ad incoraggiare una commercializzazione di opere senza ostacoli in formato accessibile in tutta l’Unione Europea».
Come Google Books, prima di Google Books, meglio di Google Books: il messaggio dell’UE è chiaro. Ed in tema di copyright sembra essere tra le righe anche un velato monito: Google si attenga alle regole, altrimenti la Commissione dovrà intervenire.