Un nuovo comunicato proveniente dalla Commissione Europea lascia intendere come l’UE non intenda agire in ritardo nel regolamentare quello che potrebbe essere un nuovo range di frequenze a breve disponibile. L’anno 2012, infatti, è quello identificato come il momento in cui lo switch-off dovrebbe essere completo portando definitivamente la televisione nella dimensione digitale. Le frequenze lasciate libere potrebbero essere a questo punto riutilizzate, ed allo scopo la Commissione intende portarsi avanti iniziando a delineare la disciplina con cui questo nuovo ambito verrà regolamentato.
La Commissione Europea partorisce così un nuovo termine, particolarmente significativo: “digital dividend“. Non solo le frequenze potrebbero essere utili al fine di combattere il digital divide, infatti, ma il pacchetto andrà anche a liberare un valore stimato tra i 100 ed i 150 milioni di dollari. Trattasi ad ogni effetto di un canale nuovo e «l’Europa è in una posizione unica per utilizzare al meglio questa risorsa ai fini dello sviluppo economico».
«Il digital dividend può permettere all’Europa di estendere la propria leadership nei servizi di comunicazione elettronica, creando crescita e posti di lavoro, incrementando la produttività ed offrendo un ampio accesso ai servizi a banda larga in tutta Europa»: Viviane Reding appalesa così gli intenti dell’UE, cercando soprattutto nella leva economica la chiave interpretativa della liberazione dello spettro.
Sembra essere un passaggio di consegne quasi simbolico: la tv che si fa da parte, lo spettro che viene consegnato al traffico wireless, la banda larga che trova un nuovo strumento di espressione. Ma tutto ciò determina necessità precise: «per massimizzare i benefici del digital dividend, i legislatori europei dovranno intraprendere decisioni ambiziose a livello nazionale. È il momento di agire. Entro l’autunno di quest’anno, l’Europa dovrà preparare la strada per un efficiente uso del digital dividend e la Commissione Europea sta preparando le necessarie raccomandazioni allo scopo».
Viviane Reding ha parlato chiaro e direttamente ai legislatori: ogni nazione dovrà approntare il proprio regolamento, ma lo stesso andrà discusso con le autorità europee affinché l’intera Unione segua le stesse direttrici. Cooperazione e coordinazione saranno i due dogmi sui quali si baseranno i lavori il cui cantiere è oggi in preparazione presso le strutture del Radio Spectrum Policy Group (ente predisposto già nel 2002 con l’obiettivo di giungere al 2012 con una sufficiente preparazione).
Il prossimo incontro del Radio Spectrum Policy Group è previsto nel mese di Maggio ed in quell’occasione potrebbe essere approvata una prima bozza che tirerà le somme sui lavori da approntare e sulle regole da imporre agli stati membri.