L’Unione Europea non vuol rendersi complice delle ritorsioni del Governo siriano sulla popolazione e sui manifestanti che stanno mettendo in discussione gli equilibri di potere nel paese. Non vuol, quindi, farsi carico di responsabilità che in futuro possano identificare l’UE o le sue aziende come canali di collaborazione con i gruppi insurrezionalisti.
Per questo motivo con una decisione precisa si è stabilito di chiudere all’export tutto il materiale o i software che il regime siriano potrebbe utilizzare per monitorare internet o le comunicazioni telefoniche. Così facendo l’UE si tira fuori da un mercato preciso (lasciando probabilmente spazio libero ad omologhe offerte da altri paesi), lavandosi la coscienza di responsabilità e compiendo una scelta etica precisa.
Le ricadute sono anzitutto sul mercato italiano e su quella Area SpA già nota per la propria collaborazione con la richiesta di fornitura dalla Siria di strumenti di monitoraggio sulle comuncazioni. Area SpA nei giorni scorsi si era già tirata fuori dall’affare anticipando le scelte delle autorità europee, ma ora il veto istituzionale pone definitivamente il blocco di fronte a future tentazioni.
In Siria sarebbero ormai almeno 4 mila i dissidenti uccisi dalla repressione: l’UE non vuole sporcarsi le mani di sangue e si tira pertanto fuori dall’affare evitando ogni possibile coinvolgimento. La decisione viene pertanto comunicata nelle stesse ore in cui da Bruxelles si inizia a chiedere con fermezza al presidente Assad di farsi da parte «per permettere una transizione pacifica». Una scelta politica prima ancora che etica, quindi, che mette la Area SpA in fuorigioco.