Luminate decide di migliorare il proprio servizio immagini lanciando uno specifico App Store dedicato. La società, fondata dagli ex Netscape Bob Lisbonne and James Everingham e precedentemente chiamata Pixazza, è riuscita a raccogliere oltre 10.7 milioni di dollari da un gruppo di investitori tra cui figurano Nokia Growth Partners Capital, CMEA Capital, Google Ventures e Shasta Ventures.
Luminate permette agli editori di identificare, taggare e distribuire prodotti contenuti in un’immagine. Ad esempio, un consumatore può passare il mouse su una specifica immagine e ricevere informazioni sul prezzo di un oggetto raffigurato, scoprire da quali store online acquistarlo, condividerlo sui social network e molto altro ancora. In altre parole, si tratta di un AdSense in salsa fotografica. Oggi arriva un vero e proprio mercato delle app per Luminate, dando così corpo all’offerta del gruppo dopo i molti esperimenti già portati avanti ai tempi di Pixazza.
L’App Store della società, così come tanti altri sorti dopo il successo del negozio virtuale di Apple che ha lanciato una vera e propria mania sul Web, permette di utilizzare alcuni widget da associare alle fotografie prese direttamente dal database di Luminate. Vi è un’app per Wikipedia, capace di fornire informazioni dell’enciclopedia del Web in base ai soggetti raffigurati, una di YouTube per scoprire quali video siano connessi a un particolare attore raffigurato, quella di Bing per effettuare ricerche online e molte altre ancora.
L’idea di creare un microambiente di app è servita a migliorare la qualità del servizio, collegando un numero pressoché infinito di informazioni contestuali a ogni scatto visualizzato. Inoltre, tale sistema è elaborato per aumentare la permanenza temporale degli utenti sul sito, già di per sé numerosi con 30 miliardi di pagine viste al mese. Non saranno forse un caso, perciò, i 7.000 publisher che ormai pubblicano quotidianamente fotografie, tra cui CBS e Hearst. E non bisogna nemmeno dimenticare il ruolo fondamentale dei pubblicitari, tra cui figurano McDonald’s, eBay, Universal Pictures, Best Buy e la nota catena Macy’s, linfa vitale del gruppo in questa fase di start-up.
L’app store, che si propone di raggiungere l’obiettivo di mantenere un’utente su una foto per più di 7 secondi, segue un ormai classico modello di revenue sharing con i publisher, con una soglia di 50-50 tra gli editori e la stessa Luminate. Infine, sono anche migliorate le funzioni di incorporamento con i siti, grazie a una singola riga di codice che permette di inserire scatti nelle proprie pagine con minimo sforzo.