È ancora molto forte l’eco del “Rapporto Caio” in cui vengono evidenziati i limiti della banda larga italiana in fatto di banda effettivamente disponibile per ogni utente e sulla scarsa copertura dei servizi broadband nel nostro Paese.
L’Unione Europea dal canto suo, ha pubblicato un documento che sintetizza le regole da applicare in ogni Stato per superare il Digital Divide e per realizzare le reti di seconda generazione. Questo documento è ancora provvisorio, la versione definitiva dovrebbe arrivare per fine anno.
Il sunto di questo documento (che attraverserà adesso una fase di consultazione pubblica) è molto chiaro: “finanziamenti pubblici, ISP e operatori IT” dovrebbero tutti cooperare per realizzare non solo la rete di seconda generazione ma anche per portare la banda larga nelle zone dove ora il broadband è solo un pallido miraggio.
L’Unione Europea dice si alla possibilità che lo Stato finanzi queste opere fondamentali per lo sviluppo di un Paese, ma devono essere applicate delle regole precise, e tali regole sono proprio riportare in questo documento.
Ricordiamo che per l’Unione Europea, lo sviluppo della banda larga è un tassello fondamentale non solo per la crescita ecnomica e tecnologia di tutta l’Unione, ma è anche la strada principale per uscire dall’attuale crisi.