L’Unione Europea ha firmato l’appoggio all’ACTA meglio conosciuta come Anti-Counterfeiting Trade Agreement cioè una sorta di accordo internazionale contro la pirateria. Firma che ha fatto storcere il naso perché l’ACTA si muoverebbe più o meno nella stessa direzione della SOPA perché secondo qualcuno metterebbe in secondo piano la libertà della rete a favore della protezione di diritti d’autore. Tuttavia la firma in appoggio a ACTA non crea per il momento nessun vincolo, ma rappresenta solo un primo passo verso un percorso ancora non ben definito per tentare di salvaguardare in qualche modo i diritti d’autore.
Le polemiche non si sono fatte comunque attendere, Agorà Digitale che da sempre sosteneva la pericolosità di ACTA ha lanciato pesanti accuse verso l’Unione Europea.
Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale afferma infatti al riguardo:
È urgente che le diverse mobilitazioni nazionali come quella italiana contro l’emendamento Fava e quella americana contro SOPA e PIPA si uniscano contro il liberticida trattato ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza. I cittadini europei devono reclamare un processo democratico, contro le influenze delle multinazionali. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest’estate e speriamo che non solo Agorà Digitale ma tutte le forze politiche unite in questi giorni contro i bavagli alla Rete vogliano fare pressione sui nostri parlamentari europei
ACTA come SOPA dunque? Per l’Unione Europea assolutamente no e dopo le critiche arrivano infatti le spiegazioni al perché dell’appoggio ad ACTA. L’Unione Europea spiega o meglio tenta di spiegare che ACTA non è SOPA e che non verrà cambiata nessuna legge europea e che non si attenterà alla libertà della rete. Ma verrà invece posta in essere comunque una legge che risponderà agli standard europei e che tenterà di arginare il mercato della pirateria che ogni anno costa oltre 8 milioni di euro in ricavi persi.
Spiegazioni che però probabilmente non hanno convinto il noto gruppo di pirati informatici Anonymous che per protestare contro la decisione dell’Unione Europea ha attaccato il sito del Parlamento Europeo mandandolo fuori uso per ore.
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