Da un caso curioso dalla gravità decisamente limitata scaturisce un dibattito ampio dal quale evapora tutta l’inadeguatezza della legislazione che regolamenta ad oggi il settore wireless: Benjamin Smith III, 41enne, è stato infatti arrestato perchè rubava la connessione altrui navigando tranquillamente seduto sulla propria auto parcheggiata sotto l’abitazione della vittima Richard Dinon.
Dinon, residente a St. Petersburg in Florida, possiede in casa una rete Wi-Fi allo scopo di non usare lunghi cavi all’interno dell’abitazione e godere di una maggiore libertà di navigazione con i propri dispositivi. La connessione però era accessibile anche dalla strada, cosa ampiamente risaputa da coloro i quali tramite “wardriving” cercano zone in cui la rete è accessibile “gratis” a causa di una qualche misura di sicurezza mal implementata. Quando la vittima si è accorta del furto di connessione notando l’auto parcheggiata sotto casa (ed una icona sul proprio desktop) ha sporto denuncia ed il navigatore truffaldino è stato fermato dagli inquirenti.
Secondo la CNN il ladro di wi-fi rischia ora fino a 5 anni di reclusione, ma la pena sarà strettamente dipendente dall’attività operata dall’uomo: il semplice ladrocinio di connessione costituirebbe infatti un reato decisamente minore, mentre invece l’attività di cracking o di furto d’identità costituirebbe reato di ben altra caratura.
Se il fatto in sé sembra chiudersi in un caso poco simpatico ma dal profilo innocuo, ben più ampio il dibattito apertosi al riguardo. WebProNews nota come la vittima, a sua volta, ha la responsabilità di assicurare la sicurezza della propria rete. Allo stesso riguardo CNet nota come l’apertura della rete potrebbe anche essere una specifica scelta di condivisione (se non esplicitamente vietata dallo specifico provider del servizio di connettività), ed una chiara legge in proposito almeno negli Stati Uniti non esiste. Associated Press, ancora, focalizza l’attenzione sugli usi che della connessione vengono fatti, sottolineando il rischio per le vittime del furto di perdere dati sensibili. Si ricorderà a tal proposito il caso di Brian Salcedo, il ragazzo del Michigan che sfruttava le reti aperte per rubare numeri di carte di credito: in quel caso si notava come fosse la tipologia d’uso della connessione, e non l’uso in sé, a costituire reato per l’FBI.
Il caso si riflette per trasposizione sull’Italia, dove il Wireless rimane al momento argomentazione strettamente casalinga, ma ove presto la connessione senza cavo potrebbe aprirsi ad un uso più esteso mettendo alla prova la legislazione esistente in materia.