L’uomo della strada oggi è triste. È deluso. Da mesi ormai si era impegnato a capire perchè non si potesse trovare una soluzione per la rete italiana. Guardava il proprio modem con nervosa tenerezza, sperando che un giorno uno sputo di fibra gli avrebbe portato nuova vita. Oggi guarda quel modem e ci vede qualcosa di più grigio. Ci vede capitali, aziende off-shore, voti comprati e milioni, milioni, milioni, tanti milioni. Tantissimi.
Oggi all’uomo della strada le promesse di banda larga puzzano di bruciato. Perchè l’uomo della strada non ha tempo di approfondire e capire i meccanismi di quei capitali che viaggiano da una parte all’altra dell’Europa dribblando i controlli e finendo nelle mani delle cosche e della politica corrotta. L’uomo della strada sa soltanto che la Rete non viene rinnovata perchè mancano accordi e capitali, ed oggi si chiede perchè invece altri accordi e altri capitali fossero ampiamente disponibili e generosamente distribuiti.
L’uomo della strada fa di tutta l’erba un fascio, perchè non ha tempo né risorse per i distinguo. Ripensa alle promesse ricevute, poi guarda la bolletta, abbozza una smorfia e paga. L’uomo della strada oggi si sente triste e in parte sconfortato, perchè sperava che la tecnologia avrebbe potuto rappresentare un’occasione per il rilancio. Invece anche dietro i bit sembrano nascondersi i soliti meccanismi, le solite posizioni di forza, le solite strutture. Oggi, quindi, l’uomo della strada si sente affranto. E tremendamente sfiduciato.
Stamattina l’uomo della strada ha letto la posta in ufficio. Stasera farà un giro su Facebook, appena tornerà a casa dal lavoro. Lo sa, le strategie aziendali e le vicende giudiziarie non hanno nulla a che vedere le une con le altre e i capitali necessari e quelli nascosti sono cose da non confondere. Ma l’uomo della strada ragiona sulla base di logica semplice e lineare giustizia. E in più oggi vedrà nelle edicole titoli come “‘ndr@ngheta” o “Banda larga”: l’amaro in bocca è inevitabile, non glielo toglierà nessuno.