Il caso “Make love not spam” ha fatto discutere fin dalla prima ora e dopo alcuni giorni di attività ancora non si placa il dibattito sul caso. Dapprima i dubbi etici sullo screensaver anti-spam, poi l’attacco al sito Lycos, quindi le smentite sull’attacco ed infine la vendetta consumata da una delle vittime.
Tutto inizia con la predisposizione da parte di Lycos Europe di uno screensaver particolare: ogni volta che viene attivato lancia collegamenti a particolari siti accusati di spam rallentandone le performance del server. I dubbi etici si sprecano e da più parti è giunta una presa di distanze che ha tendenzialmente isolato Lycos nel proprio operato.
Arriva poi l’attacco: makelovenotspam.com risulta inaccessibile per varie ore. In molti ne parlano, ma Lycos nega: nessun attacco è stato portato al sito, nessuna disfunzione è stata registrata e nessuno è in grado di dimostrare il contrario. Parola di Malte Pollmann, responsabile del gruppo. Bastano però i dati Netcraft per dimostrare come la disfunzione sia stata cosa reale. Le cause sono invece ovviamente pura interpretazione.
Nelle ultime ore arriva la vendetta di una delle vittime dell’attacco Lycos: il sito www.moretgage.info, uno di quelli nel mirino dello screensaver, con un colpo a sorpresa ha redirezionato il traffico in entrata verso il sito makelovenotspam.com. Così facendo il sito Lycos compie una clamorosa autorete in quanto va a rallentare le performance del proprio server piuttosto che quello “nemico”.
La notizia è esplicitata con grande evidenza dal blog di F-Secure, sul quale si confermano sia l’attacco al sito Lycos (alcuni screenshot attendibili lo comproverebbero), sia il redirezionamento del traffico compiuto da moretgage.info.