Lytro è la nuova acquisizione di Google?

Circolano indiscrezioni in merito alla possibile acquisizione di Lytro da parte di Google: 40 milioni di dollari sarebbe la cifra messa sul piatto.
Lytro è la nuova acquisizione di Google?
Circolano indiscrezioni in merito alla possibile acquisizione di Lytro da parte di Google: 40 milioni di dollari sarebbe la cifra messa sul piatto.

Il nome Lytro è ben noto tra gli addetti ai lavori nel mondo della fotografia poiché si tratta della prima azienda a realizzare e commercializzare dispositivi light field destinati al mercato consumer, ovvero in grado di acquisire in fase di scatto tutte le informazioni necessarie per consentire un intervento sul punto di messa a fuoco in fase di post produzione. Fondata nel 2006, la società si è più di recente concentrata sulle riprese video e sull’ambito della realtà virtuale.

Oggi emergono indiscrezioni in merito a una sua possibile acquisizione da parte di Google. Giusto la scorsa settimana il gruppo di Mountain View ha presentato un software (al momento in download gratuito su Steam) chiamato Welcome to Light Fields, compatibile con i visori HTC Vive, Oculus Rift e con quelli per la mixed reality di Windows, che permette di immergersi in un’esperienza coinvolgente letteralmente entrando in una scena e osservando la collocazione dei singoli oggetti in modo dinamico all’interno dello spazio. Di seguito l’attrezzatura impiegata da bigG per condurre l’esperimento.

La tecnologia impiegata da Google per Welcome to Light Fields

La tecnologia impiegata da Google per Welcome to Light Fields

Per mettere le mani su Lytro, Google potrebbe aver sborsato circa 40 milioni di dollari. Una cifra contenuta, se si considera che solo lo scorso anno il gruppo era valutato dagli analisti 360 milioni e capace di raccogliere 200 milioni da un gruppo di investitori. A quanto pare, parte del personale avrebbe già lasciato il proprio incarico in vista del passaggio di consegne. Utilizzare il condizionale al momento è d’obbligo, poiché non vi sono conferme né smentite ufficiali sull’operazione dalle parti in causa. La stessa fonte del rumor parla inoltre di un particolare interessamento manifestato da bigG per i 59 brevetti relativi depositati e relativi alle tecnologie light-field e di imaging impiegate nei dispositivi in vendita.

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