Illum è il secondo prodotto della compagnia Lytro, ma rappresenta la sua prima vera macchina fotografica, un sistema del tutto particolare che ha richiesto ben sette anni di sviluppo. The Verge ha avuto modo di testarla approfonditamente e la review evidenzia come si tratti di una fotocamera che apre le porte al futuro dell’imaging, nonostante abbia ancora diversi difetti.
E per avvertire quanto innovativo possa essere il sistema è sufficiente un embed interattivo proveniente direttamente dalla repository di The Verge sul sito ufficiale Lytro:
Lytro Illum è caratterizzata da un corpo pesante con numerosi controlli manuali e un obiettivo notevole. La sua caratteristica principale è quella di scattare fotografie che è possibile mettere a fuoco successivamente, in post produzione, e che possono essere visualizzate da differenti prospettive oppure in 3D. «Illum è concepita per mostrare a una certa classe di fotografi (per lo più quelli professionali con 1499 dollari da spendere) un assaggio del futuro. Dopo più di una settimana di test, ne abbiamo ottenuto un assaggio – ma il futuro sembra ancora lontano», si legge tra le pagine di The Verge, e le motivazioni sono diverse.
La recensione si sofferma innanzitutto sul design della fotocamera, che «sposa presente e futuro con un accento sul futuro»: sembra una reflex ma ha un corpo così pesante che l’utente sarà costretto a utilizzare entrambe le mani per sorreggerla e per sfruttarne le funzioni.
L’innovazione principale dietro Lytro è stata quella di offrire un modo per effettuare un refocus delle foto dopo averle catturate e tutta la tecnologia inserita in Illum, in particolare la matrice delle microlenti che cattura la luce e la sua direzione, si trova all’interno del massiccio obiettivo che si estende da 30-250mm e ha un’apertura f/2, offrendo la possibilità di arrivare fino a f/16: secondo The Verge è un obiettivo altamente versatile, paragonabile solo a quello integrato nella Sony RX10 e su pochi altri sistemi. Questa lente offre un’alta velocità di scatto (1/4000 al secondo) dunque nettamente migliorata rispetto alla prima fotocamera dell’azienda.
Il problema più grande di Lytro Illum, considerato anche frustrante in molti casi, è uno: scattando più fotografie velocemente la fotocamera potrebbe bloccarsi o andare in crash di sistema, offrendo una schermata nera. Il touchscreen è lento o semplicemente non risponde, ogni immagine richiede alcuni secondi per essere elaborata e dunque trattasi di un prodotto che non funziona bene sotto sforzo. Altri svantaggi di Illum risiedono nell’autofocus praticamente inesistente, il che significa che si dovrà lavorare con la messa a fuoco manuale per ogni scatto; non c’è stabilizzatore d’immagine dunque si avrà bisogno di un treppiede o di una mano davvero molto ferma. «Sembra come se ogni volta che si usa Illum, provando a esplorarne le sue capacità, si blocchi poco dopo».
Il nuovo sistema targato Lytro è dunque potenzialmente innovativo ma dovrà esser migliorato per poter soddisfare le attese che ha creato. «In troppe occasioni, Illum non soddisfa le aspettative del suo target di riferimento», sottolinea The Verge, dunque quei fotografi più creativi che dovrebbero spendere 1500 dollari per una fotocamera da utilizzare ogni tanto, non certo come primo sistema.