La Vodafone sbarcherà con la sua moneta elettronica in Europa, dapprima in Romania e poi forse anche in Italia. L’indiscrezione rimbalza da oltreoceano. Il Financial Times ha spiegato che l’amministratore delegato della multinazionale (l’italiano Vittorio Colao) ha deciso di chiedere la licenza di usare questa particolare forma di e-money anche nel vecchio continente. Da molti anni si parla dell’esperienza della M-PESA, nata in Kenia ed esplosa nel continente africano e in India, basata sul credito telefonico. Avrà successo anche qui?
Già lo scorso inverno la sede rumena della Vodafone aveva annunciato che nel 2014 la compagnia telefonica avrebbe importato questo particolarissimo modello di trasferimento elettronico di denaro. L’e-money della Vodafone, infatti, non è una crittomoneta, ma la piattaforma strutturata attorno alla scoperta avvenuta più di dieci anni fa, quando la compagnia si accorse che in molti paesi dell’Africa centrale la ricarica era usata come pagamento per il consumo di beni. L’invenzione della M-PESA è stato un successo incredibile: oggi un terzo del PIL del Kenya è prodotto da questi pagamenti. Ogni paese con una densità di cellulari più alta di quella delle banche, dove ci sono più possessori di device che titolari di conti corrente, è potenzialmente interessato a questo modello. L’Africa e l’India sono i continenti più adatti, ma ora viene il turno dell’Europa.
Come funziona la M-PESA
Quando arriverà in Romania, che abbia il nome africano o un altro, il servizio di Vodafone farà in modo che il cellulare diventi un conto bancario col quale trasferire denaro, pagare le bollette, acquistare prodotti dai negozi convenzionati. Tutti i clienti Vodafone rumeni maggiorenni potranno aprire un conto di questo tipo, basterà compilare un modulo, fornire copia di un documento di identità e depositare una quantità minima di denaro (200 bani, pari a 0,45 euro). Una volta registrati si riceve per sms un PIN a 4 cifre per attivare il servizio, che richiede di inserire il numero di cellulare del cliente e quello del beneficiario, l’importo, e il gioco è fatto. Vodafone ha calcolato che il bacino d’utenza rumeno è attorno ai sette milioni di clienti, che potranno scambiarsi denaro in un range da un minimo di 0,22 centesimi di euro fino a 6700 euro.
L’Italia potrebbe rientrare nel piano – che per il prossimo anno guarderà ai paesi dell’est europa e dell’europa centrale – perché ha una forte componente migrante abituata a trasferire piccole costanti quantità di denaro nei paesi di origine.
Potrebbe aiutare i Bitcoin
Questo modello che mette assieme una compagnia telefonica, le convenzioni con gli istituti di credito e con gli store, fisici e virtuali, potrebbe anche interessare il mondo delle crittovalute. Dipende tutto da come verrà messo in opera in Europa. Franco Cimatti, presidente della Bitcoin Foundation Italia, ne vorrebbe sapere di più:
Tecnicamente, poggiando sul credito telefonico, sarebbe facile trasportare il credito dei telefoni dalla M-PESA. Se risultasse facile fare scambi fra utenti, sarebbe anche facile scambiare Bitcoin con questi crediti e sarebbe un incredibile canale di entrata/uscita per la crittovaluta. Non bisogna dimenticare che attualmente è difficile ritirare soldi dal credito telefonico, se la M-PESA lo semplificasse sarebbe positivo per il Bitcoin. Tuttavia bisogna capire nel dettaglio cosa intendono fare e come funziona. Bisogna considerare che dietro c’è Vodafone e nei paesi occidentali, dalle economie diverse, potrebbe adottare politiche diverse.