Mac OS X Lion potrebbe nascondere una nuova ulteriore funzionalità non enunciata dal team Apple durante il recente WWDC. Trattasi di una funzionalità in grado di dotare il sistema operativo di un’anima nuova ed ulteriore, parallela a quella tradizionale, e soprattutto in grado di lanciare una diretta competizione a quello che è il Chrome OS voluto da Google per i propri Chromebook.
Leone e Safari: Apple inaugura con questo non casuale abbinamento di nomenclature la propria corsa verso la nuova filosofia “Web” della produttività. La novità è tutta in un “Restart to Safari“: quel che il sistema operativo consente, infatti, è il riavvio del sistema in una sorta di “modalità browser”, tale per cui il supporto alle risorse piene del computer è ridotto, il caricamento del sistema è parziale, l’avvio è estremamente accelerato e le funzioni limitate a quelle della produttività tramite servizi online. Una Chrome OS con la mela, insomma, che va ad aggiungersi a quel che Mac OS X è tradizionalmente in grado di offrire.
Grazie ad una modalità di avvio di questo tipo l’utente ha la possibilità di avviare il sistema operativo con maggior rapidità per le cose più semplici quali il controllo delle email, un aggiornamento degli appuntamenti nel calendario, la consultazione di una pagina Web e via discorrendo. Tutto gira sul browser: al cuore Mac OS X si aggiunge una sorta di “Safari OS” che gira in parallelo e che è possibile scegliere a comando come alternativa possibile in talune situazioni.
Una sandbox andrebbe a proteggere il sistema da qualsivoglia minaccia in arrivo, ed in tal senso Apple agisce pertanto ricalcando le orme di Google per rispondere direttamente alla minaccia proveniente da Mountain View. Quel che distinguerà i Chromebook dai laptop di Cupertino sarà il prezzo: i primi a basso costo, con la sola opzione Chrome OS; i secondi in linea con i prezzi della mela, ma in grado di offrire tanto il nuovo Mac OS X Lion, quanto la nuova modalità browser-only.
“Restart to Safari” è lo switch tra una dimensione e l’altra. Tra una realtà e l’altra. Tra il software ed il servizio, tra il sistema operativo locale ed il sistema di applicazioni diffuso sul Web. “Restart to Safari” è una risposta diretta a Chrome che spunta a poche ore dalla commercializzazione dei primi Chromebook, probabilmente nel tentativo di frenare i desideri di acquisto da parte dell’utenza Mac e trattenere quest’ultima appesa alla promessa di una risposta solerte alle sollecitazioni delle nuove idee paventate da Google. Dopo quello dei tablet, insomma, si apre un nuovo fronte. E se prima Microsoft doveva una risposta al mercato, ora ne deve quantomeno due.
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