L’ora del leone è arrivata: sul palcoscenico della WWDC il vice presidente per il product marketing Phil Schiller ha dato vita alla versione 10.7 di Mac OS X, dedicata questa volta al “re della savana”. Disponibile da luglio per gli utenti ad un prezzo di 29 dollari, esclusivamente tramite il Mac App Store (4 GB di peso), farà capolino presso gli sviluppatori nelle prossime ore nelle vesti di Developer Preview.
La prima novità introdotta da Schiller riguarda l’input: nella prossima versione di Mac OS il multitouch assumerà un ruolo ancora più importante, grazie all’integrazione di numerose gesture che permettono di velocizzare e semplificare operazioni quali lo zoom e lo scorrimento delle pagine, lo spostamento tra i percorsi o il passaggio da un’applicazione ad un’altra. Applicazioni che possono essere eseguite in modalità fullscreen in maniera nativa, grazie ad apposite API realizzate dagli ingegneri per offrire agli utenti la possibilità di godere a pieno delle dimensioni dei propri schermi durante l’utilizzo di specifiche applicazioni.
Sempre per ottimizzare la gestione delle applicazioni sarà introdotto Mission Control, uno strumento che a primo impatto ha l’aria di essere una rivisitazione del già noto Expo: attivandolo con un’apposita gesture sarà possibile avere una panoramica di tutte le applicazioni aperte, raggruppate per tipologia, con la possibilità di spostarle tra i vari spazi di lavoro (creabili e rimovibili on the fly). Con Launchpad sarà invece possibile avere un quadro generale delle app installate, con una schermata simile a quella già vista su iPad ed iPhone, tramite la quale accedere all’intero archivio software salvato sul proprio Mac.
Dopo esser giunto in qualità di componente aggiuntivo in Snow Leopard negli scorsi mesi ed aver conquistato lo scettro di negozio di applicazioni per computer più usato, il Mac App Store arriva in Lion come strumento integrato nell’OS, portando con sé una serie di novità: in-app purchase, notifiche push, sandboxing per migliorare la sicurezza e Delta Updates, tramite i quali si potrà snellire il processo di update delle applicazioni scaricandone solo le novità introdotte nelle ultime versioni. Grazie a Resume, poi, sarà possibile avviare un’applicazione nello stesso punto in cui era stata chiusa precedentemente.
Per la gestione dei file arrivano Autosave, una funzionalità che si occuperà di salvare automaticamente i file durante la loro gestione per evitare perdite di dati, e Versions, una sorta di Time Machine dedicato ai singoli file tramite la quale si potrà accedere ad una cronologia delle versioni precedenti per recuperare informazioni andate perdute a seguito di un salvataggio. Per condividere documenti in rete, invece, AirDrop si propone come strumento di default per l’invio di file in network privati tra utenti Mac, integrandosi alla perfezione in Finder e mostrando tutti gli altri utenti AirDrop nelle vicinanze.
La porzione di keynote dedicata a Mac OS si è poi conclusa con l’introduzione della nuova versione di Mail, il client di posta elettronica predefinito del sistema operativo della Mela. Completamente ridisegnato rispetto alle precedenti versioni desktop, Mail compie un deciso passo nella direzione dell’edizione disponibile su iPad, dalla quale riprende buona parte dell’interfaccia grafica. Tra le principali novità sotto il cofano figurano la possibilità di organizzare le conversazioni in thread, rendendo più semplice il botta e risposta, e l’ottimizzazione del motore di ricerca interno, in grado di riconoscere le informazioni insite nella query inserita (sarà possibile ad esempio cercare email digitando stringhe del tipo “da Davide nell’ultimo mese”).
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