Si accumulano nuovi ritardi per Mac Pro, il nuovo desktop professionale di Apple che tanto sta facendo sognare i professionisti di mezzo mondo. A quanto pare, non solo le consegne per gli ordini online non avverranno prima di febbraio, ma pare che la possibilità di acquistarne un esemplare in negozio sia rimandata a marzo. Cosa sta succedendo dalle parti di Cupertino?
Il potentissimo Mac Pro non si può dire sia nato sotto una buona stella: presentato in estate, le vendite si sono aperte a dicembre e, forse per l’altissima richiesta, sono in poche ore slittate al mese di febbraio. Il numero di desktop a disposizione di Apple sarebbe risicato e, così, agli utenti non resta che attendere. In molti hanno però tentato di superare gli ostacoli online rivolgendosi direttamente agli Apple Store fisici, ma le brutte sorprese non sono state di certo evitate.
Stando a quanto riporta Electronista, dai negozi australiani si apprende come le consegne agli store non avverranno prima di marzo inoltrato. Gli stessi addetti Apple consigliano alla clientela di effettuare un ordine online, perché è molto probabile che Mac Pro venga così spedito in anticipo rispetto alla disponibilità attesa nei negozi stessi. Non è dato sapere se quella di marzo sia una data valevole solamente per l’Australia – dati i tempi di trasporto più lunghi – oppure valida in tutto il globo, tuttavia è sempre indice di qualche intoppo negli impianti di fabbricazione.
Il nuovo Mac Pro è il primo computer recente della Mela prodotto completamente negli Stati Uniti, negli impianti texani di Austin. Secondo alcune indiscrezioni tutt’altro che confermate, il collo di bottiglia sarebbe rappresentato dallo scarso numero di processori Intel Xeon con architettura Ivy Bridge consegnato agli impianti, costretti così a completare pochissimi esemplari al giorno. Certo, con una potenza hardware tanto elevata è difficile che il desktop possa diventare vetusto entro marzo, ma si tratterebbe comunque di ben 9 mesi di posticipo dalla data della sua effettiva presentazione. Che cosa sta succedendo quindi in Apple e perché l’azienda non riesce a soddisfare la domanda?