Quella di Mac Pro sta diventando un’incomprensibile epopea. Il desktop professionale dalle forme cilindriche, infatti, avrebbe dovuto fare la sua apparizione sul mercato a dicembre. Esauriti i pochi esemplari disponibili, su Apple Store le consegne sono state perciò posticipate a gennaio, quindi a febbraio, poi ancora ad aprile. E giunti al fatidico mese, arriva un’ulteriore brutta notizia, almeno per i consumatori statunitensi: vi è un altro ritardo, le consegne sono previste per maggio.
Certo, in tutti questi mesi Apple non è rimasta con le mani in mano: molti degli acquisti online sono stati evasi prima della prevista data di consegna, quelle riportate su Apple Store sono quindi delle date indicative. Ma l’assenza prolungata di una disponibilità inferiore alla settimana inizia a innervosire anche gli utenti più pazienti, mentre le cause di tutti questi ritardi non sono ancora ben note. Gli impianti statunitensi non funzionano ancora a pieno regime? Cupertino non riesce a stare al passo della domanda?
Si faccia un passo indietro: l’ultimo posticipo di Mac Pro risale a qualche settimana fa, quando su Apple Store è apparsa la scritta “Spedizione pronta: aprile” per i due modelli base. Dati i continui rinvii si è ritenuto questo fosse l’ultimo step di un percorso di estenuante attesa, invece proprio oggi sulla versione statunitense del negozio virtuale – e probabilmente nei prossimi sui corrispettivi internazionali – è comparsa la dicitura “5-6 settimane”. Ciò significa che Mac Pro, se non si incontreranno altri intoppi, sarà finalmente spedito entro la metà di maggio. In Italia, almeno al momento, l’informazione visualizzata rimane quella relativa al mese in corso.
La situazione, come accennato, non è però così drammatica come sembra. È molto probabile che parte degli ordini previsti per il mese di aprile siano già stati spediti e che le tempistiche, ovviamente, si riferiscano ai nuovi acquisti. Resta però il fatto che Mac Pro sta per compiere il suo primo anno di vita – è stato infatti presentato alla WWDC di giugno 2013 – e tutti questi ritardi rimangono incomprensibili, soprattutto per un’azienda attenta alla precisione come Apple.