Senza troppo rumore e con il favore della notte Apple ha cambiato il prezzo del MacBook Air nella versione più costosa, quella da 3.098 dollari, che ora costa 2.598 dollari: ben il 16% in meno.
Il taglio nel costo finale del portatile di fascia più alta di Cupertino arriva soprattutto in virtù del calo nel costo delle memorie a stato solido, che è una delle cose che caratterizzano la versione del portatile in questione. Ma anche le memorie flash sono calate di prezzo nonchè i processori Intel, ed infine non vanno trascurati i risultati di vendita del portatile. Il MacBook Air, infatti, specialmente nella sua versione più costosa, non si è venduto nelle quantità sperate: problemi di velocità (che non era quella sperata) e anche di batteria (che, come era facile immaginare, non è riuscita a mantenere le promesse) nella versione meno potente, cose che di fatto rendono la versione ora da 2.500 dollari l’unica opzione percorribile. Un calo di prezzo sembrava dunque doveroso per tornare a sfidare il mercato.
Il portavoce della Apple, Bill Evans, ha dichiarato al Los Angeles Times: «Spesso aggiustiamo il prezzo dei nostri prodotti in accordo con il mercato. Riteniamo che il costo di un upgrade ad un MacBook Air più veloce con un processore Core 2 Duo e una memoria da 64 Gb a stato solido sia ora più sostenibile per chiunque».
Ad ogni modo studi paralleli sulle nuove memorie a stato solido mostrano come in effetti non si risparmi molto in termini di batterie e non si migliorino troppo le operazioni di lettura e scrittura. Se tali ricerche trovassero riscontri e conferme, il taglio in questione e le migliorie tecniche approntate potrebbero a questo punto anche non bastare.