Nel 2013 Google ha acquisito diversi team specializzati in robotica e automazione, incluso quello di Boston Dynamics, con l’obiettivo di intensificare il proprio impegno nella ricerca legata a questo ramo dell’innovazione tecnologica. Successivamente, con la riorganizzazione introdotta dalla nascita di Alphabet, parte degli ingegneri al lavoro su questi progetti è confluita nella divisione X formando una nuova squadra chiamata Replicant.
Fino ad oggi la sua attività è rimasta nell’ombra. Sappiamo che alcune iniziative non sono andate nel verso giusto, come testimonia la decisione di vendere proprio Boston Dynamics (passato nelle mani del gruppo giapponese SoftBank), che non è però da interpretare come l’abbandono di una visione che lo stesso Astro Teller (il numero uno del laboratorio X) continua a perseguire senza alcun tipo di esitazione. Ne ha parlato Hans Peter Brøndmo, membro del team, con un post approfondito in cui si parla del percorso imboccato e di quelle che sono le ambizioni per il futuro.
Il nostro focus è sul trovare soluzioni a problemi che pensiamo possano avere un impatto positivo per milioni di persone. A fine 2015, X ha accolto alcune delle startup operanti nell’ambito della robotica acquisite da Google e in seguito abbiamo trascorso molto tempo valutando, validando e indagando le incredibili tecnologie da loro sviluppate. Il nostro obiettivo: giungere alla creazione di prodotti che possano avere applicazioni chiare per i clienti e nel mondo reale.
Secondo Brøndmo, i robot sono gli strumenti adatti per risolvere i grandi problemi dell’umanità. Un risultato di questo tipo si potrà conseguire sfruttando le potenzialità del machine learning. Per questo motivo, il team X ha avviato una collaborazione con Google Brain, la divisione di Alphabet che concentra i propri sforzi sull’intelligenza artificiale. Al momento, purtroppo, non sono state rilasciate informazioni concrete sui progetti avviati.
Sebbene non siamo ancora pronti per condividere i dettagli di ciò che stiamo facendo, posso affermare che c’è molto lavoro interessante in cantiere, per arrivare a costruire un ponte tra la fantascienza e la possibilità di risolvere problemi ad elevato impatto nel mondo reale.