Una colazione di quasi 20 operatori di telefonia tra cui Telecom Italia, Vodafone, BT, Deutsche Telekom, Ericsson, Hutchison, Nokia, Orange, Telefonica, e Telenor, hanno sottoscritto un “manifesto per il 5G” in cui sono evidenziate le loro richieste da soddisfare per consentire loro di poter sviluppare una rete 5G all’interno del continente europeo. I sottoscrittori, all’interno del documento, fanno però alcune promesse ed in particolare quella di garantire il lancio di una rete 5G in almeno una città di ogni Stato membro entro il 2020.
Tuttavia, il manifesto sottoscritto dagli operatori lancia un chiaro avvertimento agli organi politici dell’Europa. Le telco, infatti, chiedono che le nuove regole di “Net Neutrality” siano riviste o comunque ammorbidite. Le attuali regole, secondo le telco, metterebbero in forte discussione gli investimenti per il futuro. Investimenti che potrebbero essere addirittura rimandati se la situazione non dovesse cambiare. La nuova legge sulla Net Neutrality voluta dall’Unione Europa ha, infatti, creato un forte scontro con le telco. Il testo prevede che tutti i cittadini europei abbiano accesso a Internet senza ostacoli per accedere a tutti i servizi online, senza distinzione di servizi e tipo di dati.
In altri termini, le telco chiedono l’adozione del così detto “level playing field“. In buona sostanza le società premono affinché l’Europa faccia contribuire allo sviluppo delle reti anche tutti quei servizi internet la cui attività si poggia proprio sul web. Si pensi, per esempio, a Youtube o a Facebook. Il loro successo ha generato un altissimo aumento di traffico il cui costo, però, è supportato solo direttamente dalla teleco.
I firmatari del manifesto chiedono, in buona sostanza, che questi player contribuiscano all’evoluzione delle reti. In alternativa, gli investimenti risulterebbero a forte rischio per il futuro.
Si ricorda, che il 5G, con velocità sino a 10 Mbps, è una tecnologia fondamentale per alcuni mercati emergenti come quelli dell’Internet of Things o delle smart city.