La Mappe di iOS 6 generano scompiglio sul Web e fra gli utenti Apple. Sono state presentate come una rivoluzione per vivere la mobilità cittadina, come una nuova esperienza immersiva di cartografia, ma probabilmente questo scopo lo raggiungeranno solo fra qualche tempo. Ora, più che una rivoluzione, appaiono come il tripudio dell’errore, della localizzazione sbagliata, dei paesi rasi al suolo e di intere cittadine sommerse dall’oceano. E rimpiangere Google Maps è fin troppo facile, tanto che sul Web non fanno altro che moltiplicarsi dei meme, come quello proposto in apertura.
Sembra proprio che le Mappe proprietarie di iOS 6 elaborate da C3 Technologies siano ancora lontane dal porsi come una reale alternativa a Google Maps. Certo, se si visitano grandi centri urbani come Milano o New York il livello di dettaglio è davvero elevato, ma basta solo spostarsi di qualche chilometro in provincia per trovarsi nel nulla più assoluto. Senza voler necessariamente affidarsi alle informazioni rese note dai numerosi Tumblr denigratori sorti nelle ultime ore, basta affidarsi a Reuters per avere un quadro ben affidabile sulla realtà dei fatti della nuova proposta Apple:
«Un intera città è sommersa dall’oceano, una fattoria è stata marcata come aeroporto, autostrade portano nel centro del nulla e un ospedale ricopre l’intera Stratford-upon-Avon, la patria di Shakespeare.»
E non è tutto, perché gli errori non sono solo geografici, ma anche sui punti di interesse. Così diversi utenti USA sono stati dirottati verso quel che sarebbe dovuto essere un parcheggio di taxi, rivelatosi invece un negozio di un imbalsamatore.
Dato il criticismo sfrenato sui social network, la portavoce Apple Trudy Muller ha voluto specificare come il servizio migliorerà nel tempo, giustificando la bontà della scelta dell’azienda:
«Mappe è una soluzione cloud-based e più le persone la utilizzeranno, più migliorerà. Apprezziamo il feedback dei clienti e stiamo lavorando duramente per rendere l’esperienza del consumatore ancora migliore».
Ma la domanda rimane aperta: questo divorzio con Google Maps era davvero necessario?