Sappiamo bene come Apple tenga all’esclusiva sul nome dei suoi prodotti ma, questa volta, non sembra essersi mossa nel modo giusto per quanto riguarda il suo negozio digitale di applicazioni per iOS: il tentativo di impedire ad Amazon di utilizzare la dicitura “App Store” sembra destinato a fallire, da quel che si intuisce dalla prima decisione del giudice federale della North Carolina.
Secondo la Corte della Carolina del Nord, Apple non ha fornito sufficienti prove per dimostrare che il marchio “App Store” gli appartiene: si tratta di una nomenclatura troppo generica, tra l’altro attualmente utilizzata da altri soggetti, sempre in riferimento ad un negozio virtuale di applicazioni, dunque la stessa Amazon ha il diritto di utilizzarlo per il suo store dedicato al sistema Android.
Si tratta solo del primo grado di giudizio dunque, visto che si parla di insufficienza di prove, ma non è escluso che in occasione del ricorso possano essere fornite ulteriori testimonianze utili ad avvalorare la tesi di proprietà del marchio App Store.
La storia alla base di “App Store” ha inizio sin dal 2008, quando Apple per la prima volta fece richiesta di paternità del marchio: dopo un primo rifiuto, un riconoscimento arrivò solo nel 2010, suscitando già allora una timida protesta di genericità da parte di Microsoft. Stessa motivazione che ha spinto Amazon a chiamare il suo negozio digitale per Android proprio “Appstore”, suscitando le ire di Cupertino.
E voi cosa ne pensare? Apple ha il diritto, o meno, di utilizzare App Store in modo esclusivo?